Autunno Visionario: intervista a Fabio Baietti

La musica definita ‘Americana’/’Alt-Country’ ha avuto il suo apice negli anni 90 fino ai primi anni duemila.
In Italia questo movimento di appassionati sembra continuare a resistere nel tempo anche se con poco ricambio, quindi fare una rassegna così orientata a queste sonorità nel 2024 mi sembra un’avventura abbastanza curiosa.
Ma a noi questo spirito indipendente e coraggioso piace e per questo abbiamo fatto qualche domanda a Fabio Baietti, direttore artistico della rassegna ‘Autunno Visionario’ che si terrà al Black Inside di Lonate Ceppino(VA), di cui alleghiamo locandina con artisti e programma.

IR: Passione e amicizia a parte, come hai scelto gli artisti da invitare? Hanno accettato subito tutti o qualcuno si è fatto desiderare?

FB: I parametri della mia scelta sono stati la qualità musicale delle loro proposte, il fatto di essere molto noti tra gli appassionati ed, ovviamente, un ottimo rapporto personale con Ed, Marco, Daniele e Jimmy. Nessuna mania di grandezza da parte loro. Al contrario, tutti si sono dimostrati immediatamente entusiasti della proposta ricevuta.

IR: E ‘un’idea che coltivavi da tempo o è nata in modo estemporaneo?

FB: Sinceramente, il sogno era nel cassetto da almeno tre anni, periodo che ha visto chiudere i battenti, o mutare radicalmente programmazione, ad alcuni locali storici per la fruizione di musica live.

Quei “luoghi del cuore” in cui una comunità di persone si é ritrovata per molte stagioni concertistiche, creando una commistione tra pubblico ed artisti unica nel suo genere.

Penso, innanzitutto, “All’1,35 circa” di Cantù, al “Circolone” di Legnano e a “SpazioMusica” di Pavia.


Il passaggio da sogno a progetto é stato reso possibile dalla sinergia con Paolo Zangara, artista dal lungo curriculum ma altrettanto noto come agitatore culturale e Direttore Artistico del Black Inside. Mi ha dato fiducia, pochi mesi dopo la nostra conoscenza, e ha reso fattibile l’ultimo ma decisivo passaggio: quello di trasformare il progetto in realtà.
Per “partorire” “Autunno Visionario” ci sono voluti nove mesi, penso che il verbo usato renda bene l’idea….

IR: Il nome ‘Autunno Visionario’ arriva dalla tua pagina/blog “Visioni Musicali e Letture Visionarie” che hai su Facebook. Come è nata l’idea di scrivere di musica?

FB: Domanda molto interessante. Mi é sempre piaciuto moltissimo scrivere, fin da adolescente. Tra il 1990 ed il 1992 ho avuto la possibilità di esercitarmi da giornalista, occupandomi di basket locale per un ambizioso progetto editoriale in provincia di Varese, poi naufragato nell’oblio.

Dopo una sosta ventennale, i social hanno riacceso la miccia, seppur limitata al racconto di particolari momenti, non solo artistici, legati alla musica. Spronato da una persona a me molto cara, all’inizio del 2014 mi sono scrollato di dosso un’atavica pigrizia e ho trovato sponda in due web magazines (dapprima Off Topic, poi Mescalina e doppio ritorno)che , nelle persone di Andrea Furlan, Gianni Zuretti e Marcello Matranga, mi hanno dato fiducia.
Tra il 2017 ed il 2018 ho avuto la possibilità di scrivere una mezza dozzina di pezzi per il Buscadero, esperienza da me inspiegabilmente non coltivata, mentre, nello stesso periodo, ho inizato a “mettermi in proprio. Con Visioni Musicali (le letture sono di epoca assai più recente) ho cercato di dare voce ad artisti già affermati o con qualcosa di nuovo da dire, al netto delle loro eterogenee proposte, parallelamente ad un affinare la mia scrittura.

Ciò ha fatto sì che Il blog abbia iniziato ad essere seguito da parecchi appassionati (le aride cifre dicono più di 1550, un numero inaudito per quelle che erano le mie aspettative…) e, in parallelo, a raccogliere stima ed interesse da parte degli “addetti ai lavori”, aspetto che mi ha consentito di ampliare il pacchetto, composto inizialmente da recensioni e live report, con interviste e monografie.

IR: Fai un nome che volevi portare ma non ha potuto esserci.

FB: Nessun nome. Per la semplice ragione che le date disponibili erano quattro ed i nomi scelti mi sono venuti alla mente in una trentina di secondi…

IR: Hai pensato di invitare qualche artista straniero ‘a stretto giro’? Penso a uno come Reto Burrell.

FB: Questa tua domanda mi permette di chiarire subito alcune cose.

Qualcuno dell'”ambiente” mi ha già definito, in buonissima fede, “promoter”, sbagliando completamente bersaglio
Non intendo assolutamente fare “concorrenza” a professionisti navigati (in alcuni casi, amici di lunghissimo corso) e “guadagnarci qualcosa”, almeno per il momento.
Questo doveroso cappello introduttivo per dirti che, essendo l’aspetto principale del mio agire amical-musicale, il mio obiettivo é convincere Paolo a darmi date in cui possano esibirsi artisti ed artiste di casa nostra che sempre meno possibilità hanno di far conoscere “live” le proprie proposte musicali. Nulla vieta che al Black Inside possano esibirsi, in un futuro prossimo, artisti stranieri, legati a promoters nostrani, anzi!

Ma, in quel caso, tornerei al familiare ruolo di fan… (e comunque, il nome del rocker elvetico mi fa sempre ricordare momenti belli)

IR: Le serate saranno solo dei concerti degli artisti in cartellone o ci saranno degli opening act?

FB: Non ci saranno artisti di supporto, per motivi organizzativi ed artistici. Per quanto riguarda i secondi, a me cari, il più importante é che tutti i gruppi hanno la possibilità di attingere ad un’ampia discografia, proponendo set “corposi” e coinvolgenti!

IR: Ti aspetti un buon pubblico in termini numerici?

FB: Dal numero delle prenotazioni ricevute già per il live di Edward Abbiati & The Rattling Chains, è possibile essere ottimisti.
Vorrei sottolineare, come già rimarcato da alcuni amici giornalisti, che questa rassegna rappresenta, per gli appassionati “orfani” dei locali sopracitati, una sorta di ultimo treno su cui salire.

Starà a loro, solamente a loro riprendere ad usufruire della “loro” musica o restare inchiodati al divano. Se così, malauguratamente, fosse non sarebbe più accettata alcuna lamentela

IR: In futuro pensi a serate con più artisti, magari provenienti dalle stesse parti o varianti della formula odierna?

FB: Il futuro prossimo non dipenderà dal riscontro economico (su quello artistico non nutro alcun dubbio) della rassegna.

Con il Black Inside ho in cantiere una seconda rassegna, slegata dal blog; a cavallo tra fine gennaio ed inizio marzo 2025.

Solo allora, dopo otto concerti, si potrà dire se il territorio avrà risposto; la speranza è che, dalla stagione 2025-26, ci sia la possibilità di organizzare due concerti al mese.

Fatta questa doverosa e scaramantica premessa, ti rispondo che ci saranno sempre singoli gruppi/artisti, magari cercando una omogeneità di “genere” (blues, cantautorato, folkrock, magari dialetto…) per almeno 3 concerti di fila, facendo sembrare il tutto una nuova rassegna senza per forza darle un titolo.

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