Wemen + The Circle + Death Riviera @ Rock’n’Roll, Milano

Finalmente passo dalle parti di milano per una serata targata ‘Linoleum’. L’occasione è quella di vedere i  torinesi The Circle dal vivo, praticamente all’inizio del tour del nuovo album che ha così ben impressionato anche noi di Indie-Roccia.

Non riesco a segnare sulla mia agenda nemmeno un piccolo parere sull’esibizione dei Death Riviera, che hanno appena finito proprio quando sto scendendo le scale per andrare nella piccola zona concerti del Rock’n’Roll. Dopo i The Circle il programma offre gli Wemen, la band di Carlo Pastore, che troveranno una buonissima affluenza di pubblico ad accoglierli. Il quartetto di Torino, come accennato sopra, propone i nuovi brani di How To Control The Clouds e rispetto al disco si accentuano le atmosfere più chitarristiche che rimandano a, tratti,  bagliori shoegaze ed in altre a una vera e propria epicità (loro marchio di fabbrica, comunque, anche in studio) che meriterebbe uno stadio e non una piccola stanza. Se nel disco, le nuvole di cui parlano nel titolo sono di dolce zucchero filato al gusto pop, con tutto studiato alla perfezione e una produzione “alla Coldplay” (senza però debordare nel manierismo caciarone da classifica), on stage il buon Guseppe Gamarra alza i volumi della sua chitarra e “sporca” a dovere il sound, quel tanto che basta per intrigarci ancora di più, perchè le melodie puite sono adorabili, ma quando si fanno più soniche ci piacciono ancora di più. Una manciata di brani, che sempre di più confermano la bontà melodica di una band che in fatto di ritornelli ha davvero raggiunto il livello ’10 e lode’. Con piacere cito la graffiante Fire e Love Don’t Cry, da brividi, a dire poco, con la sua malinconia toccante. Se per andarli a vedere dal vivo avete anche bisogno di una motivazione visiva (oltre che uditiva), beh, sappiate che Federico Norcia è ufficialmente il cantante più bello d’Italia e ogni volta che lo vedo mi ricorda Attilio Fontana dei Ragazzi Italiani. Stima.

I cambi di palco sono velocissimi ed è già il turno degli Wemen che si dimostrano in tutto e per tutto lo specchio della mediocrità assoluta del loro leader, uno che indistintamente stenta in radio e in tv, più che altro per una carenza di tempistiche adeguate, sopratutto in radio, e modalità banalotte. Ecco, banalotti, scontati e senza guizzi lo sono pure gli Wemen, che non riescono proprio ad azzeccare una melodia, con inutilità assortite che viaggiano tra punk e Pixies di ventesima mano. Il loro punto forte dovrebbe essere la varietà musicale, diciamo che potrebbe anche essere così: riescono infatti a fare un po’ di tutto, ma piuttosto male. Rimandati.

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