Ministri – Per Un Passato Migliore
GENERE: alternative-rock
PROTAGONISTI: Davide Autelitano (voce, basso); Federico Dragogna (chitarra); Michele Esposito (batteria).
SEGNI PARTICOLARI: la band milanese torna ora con un nuovo album e lo fa prendendosi le proprie responsabilità , convincendo anche i più scettici, come il sottoscritto, che poco avevano apprezzato la svolta fin troppo commerciale intrapresa dai tre ragazzi con gli ultimi lavori, in special modo con “Fuori”. Il disco vede il ritorno dei Ministri dopo oltre un anno di silenzio ed è stato concepito in collaborazione con Tommaso Colliva, già produttore di band illustri del calibro di Muse e Afterhours.
INGREDIENTI: “Per un passato migliore” rappresenta in un certo senso un ritorno alle origini per la band, con sonorità che strizzano l’occhiolino più ai suoni ruvidi di “I soldi sono finiti” che a quelli dei lavori successivi, studiati per essere adatti più ad un passaggio radiofonico che per spaccare lo stereo dell’ascoltatore. I Ministri imbracciano nuovamente le chitarre rockeggianti e sporche per abbandonare, per fortuna quasi definitivamente, i suoni patinati e a volte quasi finti del lavoro precedente. Un sound orientato prevalentemente verso gli anni ’90, con linee melodiche spesso violente e rabbiose e con testi che riflettono il disagio sociale di un’intera generazione. A parte qualche momento buio come ad esempio la traccia iniziale ‘Mammut‘, incipit al quanto fastidioso e ripetitivo, ‘Stare dove sono‘ o ‘Spingere‘, entrambe parentesi che passano via pressoché inosservate, il disco scorre tranquillamente senza troppi intoppi verso la sua conclusione, con alcuni momenti anche esaltanti al suo interno. Pezzi come ‘Comunque‘, primo singolo estratto dall’album, ‘Le nostre condizioni‘ e ‘Caso umano‘ graffiano e hanno la giusta grinta per scatenare un potenziale pogo selvaggio ai live. Non mancano anche le ballatone tetre in perfetto stile Dragogna, come ‘La pista anarchica‘, a mio avviso il miglior pezzo del disco per testo e intensità , ‘Se si prendono te‘ e ‘I tuoi weekend mi distruggono‘, tracce da vero e proprio singalong.
DENSITA’ DI QUALITA’: il disco appare concepito principalmente per il live, con pezzi tutto chitarra, basso e batteria pronti a far muovere il culetto agli spettatori. Il titolo è molto suggestivo e punta a far assumere a chi è all’ascolto, un atteggiamento rivolto al passato nel vero senso della parola, poiché per andare avanti in questo mondo non si può fare affidamento su futuro e presente: troppo incerto il primo e fin troppo problematico il secondo.
Nel complesso, “Per un passato migliore” non è affatto un brutto album, anzi. Una cosa va sicuramente riconosciuta ai Ministri: sono una delle poche band di genere alternative rock in Italia ad avere in ogni album i pezzi giusti per attirare l’attenzione dell’ascoltatore, brani capaci di entrarti in testa velocemente e che ti ritrovi senza volerlo a cantare a squarciagola sotto la doccia. Tolti quei 3-4 brani poco brillanti, si può dire senza troppa fatica che il resto del disco contiene molti potenziali singoli che renderanno più che soddisfatta l’enorme fanbase della band nel nostro Paese.
VELOCITA’: scorre via spedito dalla prima all’ultima traccia.
IL TESTO: “Ragazzo di trent’anni si butta dal balcone //Uomo di trent’anni scippa vecchia alla stazione// Dio ha quattordici anni e non è neanche il suo vero nome //Fateci cadere tutti così vediamo poi chi resta in piedi //Uomo di settant’anni ci dice che cosa ascoltare// Donna di cinquant’anni che cosa le facciamo fare// Volevi essere pagato perché avevi qualcosa da dire// Ora che ce l’hanno tutti puoi star zitto per favore“ da ‘La pista anarchica‘.
LA DICHIARAZIONE: “La pista anarchica vuole diventare in un certo senso simbolo di un modo di fare le cose nuovo, sostenibile, libero da quelle che sono le strutture e le falsità della comunicazione. Ha l’intento di dare un po’ di lustro e di luce al pensiero anarchico, che non ha sempre a che fare con le bombe o con episodi di connotazione negativa. Un pensiero che ha tutta una sua storia e una dignità e chissà perché, tra tutti i vari pensieri, è l’unico di cui ce lo si dimentica“ da un’intervista a Radio Popolare.
UN ASSAGGIO Comunque
IL SITO: iministri.com

