Gouton Rouge – Giungla

GENERE: indie-rock.

PROTAGONISTI: Dario Bassi: batteria, cori; Michele Canziani: chitarra, cori: Eugenio Nuzzo: basso, cori; Francesco Roma: chitarra, voce.

SEGNI PARTICOLARI: secondo disco per la giovane band di Busto Arsizio, che vede diversi ospiti da altri gruppi che gravitano attorno al milanese e sono più o meno conosciuti (Wemen, Pashmak, Brenneke, Marta., Apash Twentytwelve). Il disco è in free download ma è anche acquistabile in versione fisica.

INGREDIENTI: il primo disco Carne aveva come idea di base quella di contaminare un impianto indie-rock melodico con un’attitudine post-punk e del sano disordine. Qui, invece, è tutto più strutturato, meglio definito e la componente indie-rock emerge prepotentemente. Si vuole far interagire tra loro le linee melodiche vocali con quelle dei riff e degli arpeggi di chitarra, con una ritmica sempre incalzante a dare ulteriore vitalità; le melodie sono più rotonde e di facile assimilazione per l’ascoltatore e anche il timbro vocale è più attento alla forma. Con ciò non si perde di vista due importanti aspetti del debutto, ovvero la voglia di proporre un suono sempre dinamico e la sensazione che prima di tutto si voglia far arrivare all’ascoltatore un impatto autenticamente elettrico e rock. I testi, come nel debutto, parlano di vita e di errori ai quali si vorrebbe rimediare ma rendendosi anche conto che averli commessi significa aver vissuto davvero.

DENSITÀ DI QUALITÀ: è proprio il caso di prestare attenzione all’ultimo punto qui sopra per rendersi conto che i Gouton Rouge sono riusciti a crescere nel senso positivo del termine, ovvero senza snaturarsi né perdersi nel tentativo di dare al proprio stile una forma più compiuta. È davvero bello ascoltare queste canzoni, su disco ma anche dal vivo, notare chiaramente la giovane età dei protagonisti e rendersi conto allo stesso tempo che hanno già imparato come si fa a realizzare canzoni che puntano su pregi in apparenza semplici ma impossibili da ottenere senza talento e consapevolezza. Tutte le melodie sono molto convincenti, l’espressività vocale è sempre quella giusta e il lavoro dal punto di vista musicale fa sì che non manchi mai la necessaria tensione, anche grazie al fatto che le soluzioni sonore sono sempre contigue tra loro ma mai uguali, anche all’interno dello stesso brano. Anche i testi superano la prova perché sono portatori sani di carica giovanile e allo stesso tempo il lessico è sempre centrato e mai banale. Chiunque darà fiducia a questo disco e inizierà a ascoltarlo, non smetterà di farlo tanto facilmente.

VELOCITÀ: alta nel 99% del tempo.

IL TESTO: “Mi sono chiesto il perché di certe mie azioni dimenticando che in fondo non c’è ne giusto e ne sbagliato da seguire” da Demoni Nel Sonno, il perfetto riassunto di quello che canta la band.

LA DICHIARAZIONE: “Prendete tre ragazzi che a sedici anni voglio fare shoegaze, cinque anni dopo suonano ancora, sono in quattro, non hanno mai fatto shoegaze, il resto ha poca importanza”.

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