Una profezia per essere se stessi – Intervista a Florilegio
Oracolo, il nuovo album di Florilegio, racchiude un mondo sospeso tra realtà e immaginazione. La felicità è indagata come un’eterna rincorsa su sonorità pop che, partendo dal cantautorato, toccano rock, indie e addirittura dance. Abbiamo posto alcune domande a Matteo (Florilegio) per capire di più di questo disco intimo e sfaccettato.
La tracklist si apre con “Non Corrispondo” quasi un biglietto da visita con cui raccontare se stessi e la propria stranezza. Perché è così importante di questi tempi definire la propria unicità?
Credo sia sempre stato importante, e sempre lo sarà, definire e difendere se stessi e la propria unicità, se fatto con sincerità.
In una società già colma di finzione e performance, credo che l’unica soluzione per essere davvero alternativi – ma soprattutto per sopravvivere – sia essere il più sinceri e veri possibile.
La nostra società ci vuole omologati e pronti all’uso, per poi buttarci via. Ecco, esprimere se stessi in modo genuino e sincero è un rischio. Io non ho mai cercato troppo di nascondermi. Ho imparato ad accettare le mie stranezze e a fare delle mie fragilità un lato positivo.
In “Non Corrispondo” mi faccio completamente un autoritratto, e fa un certo effetto ascoltarla o cantarla in pubblico. Mi spoglio completamente davanti al mondo, resto nudo semplicemente per affermare: “Io sono così e spero vi stia bene. Se no, sono affari vostri. Io sto bene così”, senza avere categorie o dover essere per forza etichettato in un certo modo.
Voglio essere solamente Florilegio, con i suoi pregi e difetti.
Anche in “La Felicità non Esiste”, estratto precedentemente come singolo ti presenti con un’altra affermazione fortissima. Parlandone seriamente è possibile secondo te essere felici oggi?
Bella domanda, questa.
Ovviamente parlo per me, perché credo che la felicità sia una cosa tanto delicata quanto soggettiva, e che ognuno la viva a modo proprio.
Io, come forse si può intuire leggendo i miei testi, sono molto cinico, negativo e disilluso.
Per cui direi di no: non ci sono le condizioni, attualmente, per essere veramente felici. O perlomeno, non ci sono per me.
Devo dire che è uno dei brani del disco che preferisco, o forse il mio preferito in assoluto tra quelli che ho scritto.
La trovo agrodolce al punto giusto, sotto tutti i punti di vista, e credo rispecchi bene ciò che sono i tempi che scorrono per una creatura di quasi trent’anni, che non capisce dove sbattere la testa, che si perde nel caos e nelle confusioni di un’età sempre precaria, senza basi salde su cui poggiare un solido futuro, ma piena di idee, sogni, e costantemente bombardata da input esterni: giudizi, tensioni verso la perfezione, e la pressione di una società che non lascia passare nulla – anzi, conta ogni singolo risultato, ogni numero.
Conta più l’involucro che il contenuto, insomma.
Quindi la riflessione è quasi più rivolta al chiedersi a cosa serva la ricerca della felicità, se tanto vola via subito.
Accontentiamoci di quello che abbiamo e di quello che siamo, invece di tendere sempre a qualcosa oltre, perché spesso, guardando cosa c’è dopo, non ci rendiamo conto di cosa stiamo stringendo tra le mani.

Il tuo è un immaginario rock e psichedelico che raramente vediamo in Italia, quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Ascolto – e ho sempre ascoltato – tantissima musica, molto divesa e questo influenza tutto ciò che scrivo e compongo, non ho nemmeno in questo un genere prediletto.
Per questo disco, nello specifico, diciamo che le influenze vanno dal primo David Bowie (Ziggy Stardust) a Enzo Carella, passando per i The Cure, Ivan Graziani, T. Rex, Beck, Lucio Battisti, fino ai Radiohead e agli MGMT.
“Oracolo” è il tuo secondo album e segue Sogno Abissi Notturni, disco dal titolo triplice che con 3 parole andava a dipingere un mondo artistico ben definito. Se dovessi scegliere 3 parole per descrivere Oracolo?
Esoterico Istintivo Glitterato
Com è stata l’esperienza di X Factor? che cosa ti ha dato?
L’esperienza a X Factor è stata pazzesca e molto interessante.
Io, che sono circa dieci anni che non ho la TV in casa, e che non ho mai guardato nemmeno mezza puntata di X Factor, non mi sarei mai aspettato di finirci dentro.
È stato un gioco folle: mi ha divertito molto e mi ha fatto conoscere delle bellissime persone.
In più, è assurdo osservare da dietro come funziona una macchina così enorme e potente.
Mi ha dato più consapevolezza e fiducia in me stesso.
Grazie e a presto! Giocando rapidamente all’”Oracolo”, salutaci leggendoci o leggendoti il futuro.
Ciao creature di Indie Roccia vedo dalla mia sfera di cristallo che ascoltate il mio disco e prevedo che ci vedremo presto ai concerti e che uscirà ulteriore nuova musica.



