Pit Coccato: un disco americano, di solitudine, di distorsione

Sono tante le facce, sono molteplici le abitudini e i vestiti che mi sento di portare addosso. Sono troppi i cerotti per curare le ferite dai graffi di un suono acido. E che bella la tessitura vocale che tanto deve a certi boss famosi quando riflettono sulla vita ed altre avventure. Pit Coccato sforna 4 inediti dentro un piccolo nascondiglio prezioso come “Tales of Lonely Nights” uscito per il binomio editoriale La Fabbrica/ Alter Erebus. Ed io ci provo ad immergermici dentro…

L’America. L’immaginario è totale. Anche nelle foto di copertina… una terra promessa?

L’america è stata per me fonte di ispirazione a causa degli innumerevoli artisti statunitensi che ascolto, la definirei quindi un punto di partenza al quale mi sono ispirato. Le foto sono state scattate in vari tour quasi tutte dalla mia amica e fidata compare artistica Agnese Carbone in arte agnemag, che condivide con me le medesime ispirazioni.

C’è tantissima distorsione dentro le canzoni, intesa forse più nelle soluzioni di arrangiamento… le forme che si alterano… un disco distopico? Il futuro è qualcosa che fa paura?

Il futuro mi fa molta paura, ma non per questo ho timore di tuffarmici a capofitto, è uno dei temi affrontati in “who you really are” dove la domanda posta dalla canzone invita a riflettere se le scelte compiute siano sempre state giuste. Per quanto riguarda la distorsione presente nel disco la trovo un modo catartico di esprimere un disagio, di urlare la propria rabbia con il massimo del vigore che conferisce una particolare dinamica a tutti i brani del disco.

Eppure parliamo di notti solitarie… che racconti hanno certe notti per te?

Ogni notte ha un racconto diverso: alcune sono allegre, altre sono tristi, altre ancora insonni. Il significato del titolo del disco, preso da un verso del brano “bullet shells” è che tra tutti questi tipi di serate ce ne sono alcune dove vale la pena stare svegli a veder sorgere il sole, dove possiamo prenderci un momento di riposo dalla freneticità delle nostre vite pur rimanendo alzati fino all’alba. In tutte queste notti ho trovato l’ispirazione, nel bene e nel male, per scrivere questo ep.

E poi i fumetti… una connessione che ha radici antiche per te. Come si arricchisce questo cd?

Come tutti i nerd che si rispettino ho letto tantissimi fumetti tra medie e liceo. In questo caso ho voluto coinvolgere tre autori, amici di una vita, neodiplomati in questa nobile disciplina per realizzare un’ulteriore dimensione artistica di Tales Of Lonely Nights. L’ascoltatore acquistando il prodotto fisico ha modo di ascoltare i brani e leggere quello che i tre illustratori-fumettisti hanno realizzato immergendosi totalmente nella trama semiotica di questo EP. Infine aggiungo che l’acquisto è premiato da un contenuto bonus di una quinta canzone con la relativa storia.

Il video del singolo “Sit on the Throne”. Ho come l’impressione che sia la risposta ad un brano che nasce dal chiuso di una stanza…

Il brano è sicuramente nato tra le quattro mura della mia cameretta in una notte, appunto, solitaria durante il lockdown. Il videoclip, interamente girato su cassetta, nasce per caso in giro per l’Italia in tour con la mia amica Agnese un anno e mezzo fa. Avevamo una videocamera analogica, una macchina, due chitarre e un tour di trenta concerti su e giù per la penisola, non saprei pensare a un modo migliore di passare l’estate.

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