Interview – Qualunquisti
Ci siamo, fuori su tutte le piattaforme digitali dal 13 febbraio “Le faremo sapere”, il nuovo EP de I Qualunquisti. Cinque tracce che si muovono tra sonorità rock e post punk. Anticipato dai singoli “Andrea” e “Ma che cosa vuoi”, l’EP ci porta direttamente in un mix di emozioni differenti: sarcasmo, irriverenza, sentimenti ed empatia. “Le faremo sapere” è composto da cinque brani che esplorano differente sfaccettature di rock. Abbiamo un bel pop rock accattivante in “Andrea” e “Via”. Si passa su tonalità più vicine al punk rcok con “Ma che cosa vuoi” e un rock più cupo in “Universo”, mentre “Tutte le sere” ci mette anche un pizzico di elettronica.
Li abbiamo intervistati.
Ciao ragazzi, parlateci del vostro nuovo EP “Le Faremo Sapere”. Come è nato?
Dopo il primo disco “Fuori dal buio” abbiamo scritto molte canzoni ma eravamo fermi alla fase compositiva e non riuscivamo a trovare un momento di calma per andare in studio a registrare. Perciò abbiamo semplificato, abbiamo scelto 5 canzoni che fossero molto coerenti e legate fra loro, e le abbiamo registrate.
Qual è stata la prima canzone dell’EP che avete scritto e quale l’ultima?
L’ultima canzone che abbiamo composto è Universo, la prima è Tutte le sere.
In realtà ne avevamo composte anche altre prima di Tutte le sere, ma le abbiamo lasciate un attimo da parte per svilupparle meglio in quello che sarà il prossimo LP.
Come si è evoluto il progetto nel tempo?
Noi abbiamo un bel feeling e dei gusti musicali complementari. Ci piace divertirci e comporre canzoni, suonare live, bere birra insieme, immaginare un mondo migliore. La musica ci tiene giovani e vivi, questo è quello che conta. Perciò ogni evoluzione andrà in quella direzione.
Per il resto penso che possiamo immedesimarci nella frase di una band underground che mi piace molto, i Vintage Violence “quand’ero bambino ho inventato una macchina per viaggiare nel futuro, come vedi ha funzionato, ma c’è qualche anomalia, fare musica in Italia è come abbronzarsi il culo se ne accorgono solo in pochi se non lo dai via”.
I vostri testi sono diretti e senza filtri. C’è un artista o una band che vi ha influenzato nel modo di scrivere?
Ciao sì per i testi influenze ne abbiamo ma il modo di scrivere è assolutamente nostro. È un po’ un marchio di fabbrica. Nel tempo ci sono stati sicuramente tanti autori che ci hanno ispirato nei testi: Andrea Appino, Il Teatro Degli orrori, i Ministri, i Bluvertigo, i primi Afterhours (quelli di Male di miele), oppure anche il primo Vasco (tipo Alibi o Fegato Fegato spappolato???), Battiato o addirittura i Cccp. Sono tante le influenze perciò non ce ne può essere una sola. Tuttavia siamo consapevoli che le cose che scriviamo le scriviamo proprio a modo nostro.
In “Tutte le sere” si sente un tocco elettronico. È stato un esperimento isolato o potrebbe essere un’evoluzione del vostro sound?
È certamente, una parte di suono che vogliamo sviluppare per il futuro, siamo molto fan di Morgan e del suo lavoro coi Bluvertigo. Christian il nostro batterista ci dice sempre “Raga dobbiamo fare entrare nella band uno che suona il synth da pauraaaa”. Anche nel primo disco ci sono dei riferimenti a questo tipo di sound, anche se lo abbiamo sviluppato completamente rock con le chitarre di fatto la nostra canzone dire tutto è molto ispirata a sincero fatta da Bugo e Morgan.
La vostra band è nata dall’unione di musicisti con background diversi. Qual è stato il momento in cui avete capito che funzionavate bene insieme?
In realtà, la nostra band è nata dall’unione di quattro persone che avevano suonato separatamente, però tra di loro in progetti precedenti. Io e il bassista abbiamo iniziato a suonare nel 1997 In una band chiamata Flor de Loto, Poi, nel 2006, abbiamo fondato i Rigenera, ci siamo ritrovati anche nei Delirio a Baltimora, qualche anno dopo. Con il chitarrista abbiamo suonato in una tribute band dei Foo Fighters, poi abbiamo fondato una band di musica originale in inglese, chiamata Mr Gordon. I bassista e batterista invece hanno suonato in una band reggae chiamata J-Stuff.
Perciò, quando ci siamo uniti, abbiamo iniziato a suonare e sembrava che suonassimo insieme da una vita.
Qual è stato il primo concerto che avete fatto insieme come I Qualunquisti?
Abbiamo suonato ad Aprilia a Giugno 2023 in piazza.
Che ricordi avete di quella serata?
Meravigliosi. Personalmente, c’è stato un momento specifico che mi ha fatto molto emozionare. Nel primo disco c’è una canzone che si chiama il rumore del mare e che è dedicata ai migranti, alle loro infinite tragedie che noi opulenti occidentali cerchiamo di ignorare. Quella sera una famiglia di migranti africani, madre padre e due figli ha sentito tutta quella canzone in prima fila. Mi guardavano con quegli occhi così profondi e neri facendomi sentire di aver capito che la canzone era davvero tutta per loro.
Se poteste suonare in qualsiasi epoca della musica, quale scegliereste e perché?
Non ho dubbi che sceglieremmo gli anni 90.
Innanzitutto, perché è la generazione di quando eravamo adolescenti. Grunge, metal e reggae erano potentissimi al tempo. Non ho dubbi che siano gli anni 90 per Dave e Me e l’amato brit pop (lui Oasis, io Blur), così come per Christian patito di rock e Metal, così come me e Pandy persi nel Grunge di Seattle e nella Dance Hall.
Se doveste creare la scaletta perfetta per un vostro concerto, quali brani non potrebbero mai mancare?
Andrea, Dharma, Ma che cosa vuoi, Un attimo prima della verità, Sigarette, Venti ventitré e Christian.
Avete già qualche anticipazione su cosa succederà dopo questo EP?
Come ti dicevo, nuovo LP.
Abbiamo tante nuove canzoni, le componiamo in sala e poi c’è Pandi il bassista che è un super creativo e ne scrive a bizzeffe.
Nuova musica, tour, collaborazioni?
Suonare tanto insieme. Col groove di Christian, le intuizioni di Pandi, il muro di chitarre british del Dave e i miei strilli incondizionati.