Verdena @ Bloom, Mezzago (MB)

All’annuncio delle nove date di riscaldamento per quelle europee, i fan dei Verdena avevano risposto subito presente, comprando tutti i biglietti disponibili in pochi giorni. Del resto, la band bergamasca ha da tanti anni un seguito fedelissimo, e poco contava quindi la parola “riscaldamento” con cui erano stati etichettati questi concerti. Suonano i Verdena e si va, punto e basta, non importa che nell’anno appena trascorso la band abbia girato l’Italia in lungo e in largo.

Ovviamente la curiosità stava nel capire quanta intensità il trio (che dal vivo diventa quartetto) volesse metterci in questo riscaldamento. Alla fine di questo appuntamento di Mezzago, si può dire che se fosse una competizione sportiva, si sarebbero impegnati troppo, rischiando di arrivare già stanchi all’inizio della gara. Per fortuna, la musica dal vivo è un’altra storia e il fatto che la band non si sia risparmiata è solo di buon auspicio per gli italiani residenti all’estero che li andranno a vedere, e per coloro che hanno organizzato vacanze partendo da qui.

In realtà, i Verdena non hanno mai fatto mancare la voglia sul palco, e sono stati altri i problemi che, a volte, hanno reso i loro concerti non esattamente memorabili, in primis le intemperanze di Alberto. Stavolta, però, i quattro hanno toccato il massimo livello in tutti gli aspetti di un live, quindi non solo hanno suonato ad altissima intensità, ma anche con un’invidiabile precisione e sfruttando un grandissimo affiatamento. Così, ognuno di questi pregi è stato valorizzato dagli altri e l’impressione è stata che tutti i musicisti avessero preso questo concerto come se fosse questione di vita o di morte, senza risparmiarsi sia dal punto di vista dell’adrenalina che della capacità tecnica.

Quando un gruppo è in questo stato di forma, il motore del live è sempre la batteria, e Luca ha dato sfoggio della propria creatività in modo particolarmente libero e completo, senza sbagliare un colpo e dando a tutti i brani un tiro invidiabile. Roberta, dal canto suo, ha confermato la granitica solidità della sue linee di basso e Alberto e il quarto uomo si sono alternati tra chitarra e tastiera con fantasia e sensibilità. La particolare acustica del Bloom ha poi valorizzato al meglio il suono potente che la band ha scelto di avere in questa occasione, con i momenti semiacustici degli ultimi tour lasciati quasi completamente da parte, salvo l’unica eccezione di una Nevischio comunque suonata con più forza rispetto al solito.

La setlist la potete leggere qui in fondo alla pagina e, come si può notare, la stragrande maggioranza dei brani sono tratti da Endkadenz e anche le altre canzoni sono quasi tutte state suonate spesso anche l’anno scorso. Come detto, però, il punto è che questo merita di essere ricordato come un concerto speciale per il modo in cui è stato vissuto dalla band e, di conseguenza, dal pubblico. Più dal palco arrivava questa performance così spettacolare, più in platea ci si abbandonava a canti e a un pogo comunque sempre composto e ordinato. L’atmosfera era particolarmente elettrica e nessuno avrebbe voluto che arrivasse il momento della fine.

Questo valeva anche per i musicisti, infatti, appena terminato l’ultimo brano in scaletta, Roberta abbandonava il palco, ma gli altri tre ci rimanevano, lanciandosi in una jam session improvvisata, dalla quale, dopo diversi minuti, partiva la cover di Immigrant Song dei Led Zeppelin. A quel punto Roberta rientrava, imbracciava nuovamente il basso e ecco arrivare Revolve dei Melvins. Tutto questo finale, probabilmente non previsto, era il segno evidente di come i Verdena non volessero proprio scendere da quel palco e abbiano fatto di tutto per rimanerci il più a lungo possibile.

Di fronte a concerti così, è impossibile non rimanere fedelmente al fianco dei Verdena, perdonando senza troppi problemi anche le volte in cui la serenità sul palco latita e attendendo pazientemente il momento in cui torneranno con un nuovo album e un nuovo tour. Passerà ancora qualche anno probabilmente, però varrà sempre la pena aspettare.

Derek
Luna
Sci desertico
Loniterp
Lui gareggia
Un blu sincero
Rilievo
Dymo
Puzzle
Contro la ragione
Il tramonto degli stupidi
Colle immane
Muori delay
Un po’ esageri
Valvonauta
Logorrea (Esperti all’opera)
Nevischio

Encore:
Fluido
Don Calisto
Inno del perdersi
Immigrant Song (Led Zeppelin cover)
Revolve (Melvins cover)

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