Studio Murena + Went @ Santeria Toscana, Milano, 28/11/2025

Arrivato a questo punto della mia ventennale storia col giornalismo musicale, ho non dico la certezza, ma comunque un’idea fondata, che quasi tutti quelli che mi leggono mi conoscono di persona oppure tramite interazioni sui social. Dico questo perché immagino che la stragrande maggioranza di chi leggerà questo report sappia benissimo che le parole non mi sono mai mancate, però in quest’occasione è successa una cosa per me molto rara: non so assolutamente come fare per far capire quando è stato straordinario il concerto in questione.

Hai voglia, infatti, a parlare della grande tecnica e del pazzesco affiatamento del sestetto sul palco, della varietà pressoché infinita delle soluzioni sonore, della capacità di passare con assoluta naturalezza da ruvidità rock a pienezze electro a vuoti atmosferici, con una sezione ritmica che sa quando è necessaria la regolarità, quando lo è la potenza e quando, infine, serve la fantasia. Puoi anche aggiungere il carisma sempre più marcato di Carma, frontman totale che ha nel palco il proprio habitat naturale e che cattura l’attenzione di tutti ma allo stesso tempo è bravo a far risaltare al meglio anche il contributo degli altri, non solo con la metrica e le pause della parte vocale, ma anche grazie a come occupa il palco, ovvero facendo in modo che l’occhio degli spettatori cada sul musicista che sta ricoprendo un ruolo di primo piano in quel momento.

Dopodiché puoi anche menzionare la grande partecipazione dei fan, che hanno riempito la sala concerti della Santeria Toscana non solo con la lro presenza, ma con un’energia davvero molto attiva, tra cori, battimani e movimenti a tempo che sicuramente hanno caricato ancora di più il sestetto sul palco, già di suo molto voglioso di fare bene nella propria città. Hai anche la possibilità di aggiungere una nota di colore, parlando del gruppo di studenti con lo striscione “PROF, CE LO METTE UN 6?” rivolto evidentemente a un membro della band che è anche un docente di tecnologie musicali.

Il problema, però, è che dicendo tutto questo non renderesti giustizia a uno show assolutamente fuori dall’ordinario, capace di far letteralmente volare tutti i presenti e, va detto, pure chi lo ha suonato, perché era evidente il livello di trasporto dei musicisti durante la performance. Non faresti capire a chi legge come ci siamo sentiti per tutta la durata del live, ovvero trasportati in un’altra dimensione, fatta di impatto sonoro e verbale e un continuo stupore entusiasta, o entusiasmo stupito. Nel mio caso, poi, ci va messo anche il fatto che già di mio sono considerato uno troppo buono con le valutazioni, e in particolare con gli Studio Murena, dei quali tesso le lodi ininterrottamente da quell’indimenticabile Pending Lips Festival tenutosi nel 2019 al Tambourine, del quale ero orgogliosamente membro della giuria. Posso scrivere tutto quello che voglio, che tanto chi legge dirà comunque qualcosa del tipo “vabbè, è Barto, sono gli Studio Murena, è ovvio che sia tutto straordinario e incredibile”.

Cosa posso fare, per me lo è ogni volta che ascolto un loro disco e vado a un loro concerto e lo è stato più che mai stavolta.

Una cosa che sia un po’ più credibile la posso fare, visto che non lo faccio troppo spesso: consigliare l’ascolto dell’opening act. Lui si chiama Went, si è presentato sul palco cantando e suonando la tastiera con un batterista che lo accompagnava e ha messo in mostra una sorta di introspezione arty davvero notevole, con un ottimo uso di distorsioni e echi di vario tipo, una gran bell’interazione con le parti di batteria, un cantato col giusto equilibrio tra espressività e capacità di dare il giusto risalto anche al suono e testi significativi e validi. Siccome, probabilmente, cercando solo Went non troverete molto, vi dico che il disco si intitola Idealizzami ed è del marzo del 2024. Ascoltatelo e non ve ne pentirete, e ovviamente, se non c’eravate, non commettete più lo stesso errore e venite a vedere lo Studio Mu dal vivo.

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