Roccia Ruvida: i Bardomagno
Torniamo a parlar con i Bardomagno: Valerio Storch e i compagni di Feudalesimo e Libertà sfornano un nuovo disco di inediti dal titolo come sempre evocativo “Valvassori del BardFolk”. La formula non cambia e anzi diviene un centro di sicuro riparo: il rock che dentro tanta epica distorsione cita e (ri)cita i grandi classici ma anche le belle canzonette d’autore di italica moda. Da Venditti ai balli latini… con una non comprensibile partecipazione di Valerio Lundini ad una più “normale” con Lorenzo Baglioni. E poi il solito linguaggio che fa il verso allo stile medievale e quella denuncia che diviene intrattenimento e spettacolo. Un disco massiccio che suona, che diverte, che ci regala un sorriso… e che scende a compromessi con il sistema del “patriarcato”. Hanno ragione: non sono gli artisti che devono cambiare il mondo. Ma ecco: almeno da loro mi aspetterei una rivoluzione. Non stiamo capendo che aderire ai sistemi di massa per dissentire, non si fa altro che il gioco del… potere di massa. E siamo tutte pecore devote al “vassallaggio”…
Come non tornare a parlare con voi. Come non tornare ad affilare le armi… sempre la solita minestra però. Passano gli anni ma non cambia nulla… troppo arduo inventarsi cose?
Ossequi et pace et bene a tutti! Ebbene sì, siam ancora qui ad arrotar lame e – probabilmente – a deflagrar le gonadi altrui! Ma tant’è, probabilmente, lo mestiere dei giullari è financo questo: raccontare e tediare! Ovviamente da veri homini medievaliensis non ci spetta altro che minestra; un giorno un po’ più annacquata, l’altro un po’ meno. Ma l’importante a parer nostro è che ‘l rancio – seppur sempre lo medesimo – sia faciuto con amore e spontaneità. D’altronde se ci pensate bene, messere, non che nel medioevo se la passassero meglio, no?! Allora, se ci permettete questo parallelismo tra evo medio ed evo moderno, tanto vale parlare d’entrambi con un colpo solo.
Torniamo al medioevo. Anzi già ci siamo. Ne fate ironia e ancora pensate che questo cambi le cose?
Aver la pretesa di cambiare il Mondo non è cosa che fa per noi. Rimanere umili e fedeli servitori dell’Imperatore invece sì! Infatti, per noi il medioevo è cosa assai seria addirittura imparagonabile alla vera epoca oscura che stiamo vivendo oggi. Sì, siamo quindi fermamente convinti che il Medioevo fu un epoca assai migliore di questa se ce lo state chiedendo. Invenzioni, scoperte uomini dai sani principi, morte per dissenteria e servitù della gleba non possono che farci apprezzare quando si stava veramente meglio. Poi, che l’ironia sia un’arma affilata e acuminata utilizzata come strumento di lotta e cambiamento questo lo potrà dire solo la storia. Ad oggi ci basta instillare il dubbio e titillare il pensiero lato di chi ci segue.
E voi che tanto ironizzate sullo schiavismo della plebaglia nei confronti di questo potere che impera… però in prima fila come tutti a regalare il vostro lavoro al sistema con Spotify e quant’altro. A predicar bene si va…
Spotifizio è uno strumento e noi da fervidi sostenitori del pensiero machiavelliano lo sfruttiamo per diffondere il Verbo. Tant’è che un famoso filosofo alsaziano di fine ‘400 quasi ‘500 disse che “non importa se il felide è candido o nigro, l’importante è che tenga lontano il sorcio dal granaio”. Questo quindi a dimostrazione di come purtroppo bisogna scender a compromessi con i perfidi strumenti moderni per rimaner comunque poveri e senza ‘na lira bucata!
Facile fare ironia su Luca Giurato… facile fare ironia sulle storture di questo paese. Ma poi per cambiarle che si fa? Come a dire: campiamo di rendita grazie alla loro esistenza… finché esistono avremo gratuitamente l’ispirazione per cose di cui parlare…
Avere la pretesa che siano i musicisti, i comici o altre persone del mondo dello spettacolo a dover cambiare le sorti di questo Paese è abbastanza miope e de-responsabilizzante per chi invece le cose deve cambiarle e migliorarle davvero. Noi siamo poveri giullari, e da giullari intratteniamo. Il nostro contributo in questo mondo di storture, contraddizioni, e crociate non ancora indette è quello di divertirci e far divertire, un’occasione per liberarsi delle vesti della modernità e imbracciare la spada e lo scudo per diventar – ognuno nel proprio piccolo – un cavaliere, una dama, o un cataro da abbruschiare.
Mettendo da parte come sempre l’ascia di guerra da queste domande spigolose… grazie di cuore come sempre per esservi prestati e bentornati. I Bardomagno hanno ancora la forza di un tempo? Trovo che questo disco oltre al solito rock potente sfoggi però anche tanto spazio utile alla contemplazione. Non so come dire ma ci sento molta più attenzione e scelta oculata, più mestiere… meno irruenza… ha senso secondo voi?
Vero messere! In questi anni per forza di cose il sound è maturato ed è andato a definirsi. La scelta di puntare esclusivamente su brani di nostra produzione e l’aver abbandonato cover e parodie probabilmente sta funzionando e dando i suoi frutti. Non è stata una scelta indolore, anzi, ma crediamo che lo scrostarsi di dosso un po’ quella aura da cover band verso cui rischiavamo di finire è stato ripagato sia nel sound che nei contenuti dei testi!



