Limonov – Cose in cui non ci sei più
Orizzonti dilaniati da una guerra che si combatte attraverso il tempo, scorci di una realtà stravolta da un male oscuro e non identificabile. È all’interno di questo panorama che prende vita “Cose in cui non ci sei più”, il nuovo album dei Limonov; un LP buio e ombroso, dominato dall’ineluttabile sensazione di vedersi circondati di ricordi dolorosi da cui non si riesce a prendere le distanze. Come in una sorta di incubo dal sentore cinematografico, l’album traccia il labile disegno di un mondo composto da sensazioni e reminiscenze evanescenti ma capaci di inferire ferite profonde all’animo. Costruito attorno a un nucleo che sintetizza suggestioni elettroniche e un profondo liricismo, il disco diviene un susseguirsi di flash al contempo immediati ed eterni, lunghi quel che basta ad illuminare per un istante stanze anguste e distese infinite. La serie di brani che ne scaturisce, variata nell’andamento e nella costruzione, è resa coerente dall’inevitabile percezione di un malessere che si fa strada nell’oscurità, alterando i ricordi ed intaccando in egual misura il passato e il presente. I ricordi d’infanzia diventano rimorsi (“Il primo cane”), le persone care si trasformano in fantasmi (“Cattedrale”) e il conforto marcisce fino a divenire disperazione (“Il giorno e l’ora”). Mentre la misteriosa malattia si fa strada in un mondo sempre più deserto, non resta che aggrapparsi alle poche memorie che si sono messe in salvo; nemmeno le vecchie fotografie sono più al sicuro. La conclusione dell’LP, tuttavia, lascia un sapore dolceamaro in bocca: la delicatezza dei ricordi non riesce infatti a salvarci del tutto dal male che avanza, condannandoci ad un’esistenza costantemente soggetta a uno squilibrio impossibile da risolvere. In sintesi, insomma, “Cose in cui non ci sei più” dimostra l’abilità dei Limonov nel costruire un album dalla narrazione centrata e convincente, circondando una scrittura di alto livello con un comparto sonoro del tutto convincente.



