Interview: Father & Son
di Nirmali Laura Carpinteri
Quando il mondo, la realtá e la vita come la conoscevi si capovolgono travolti da una calamitá come il Covid, beh, non puoi fare altro che trovare rifugio nell’ unica casa che hai e ti sopporta: la famiglia.
Non ho mai pensato che il vincolo di sangue potesse fare la differenza perchè dai, si parla di affinitá intellettuali.
Fra Livio e suo figlio Tommy questa alchimia, non scontata, si trasforma in una collaborazione creativa a prova di bomba; un gruppo vero e proprio formato da Livio Montarese, a.k.a. Fernandhell (già batterista dei Peawees), alla voce e chitarra, e Tommaso Montarese degli I.O.P.S., al basso e cori; con lo pseudonimo FATHER&SON Livio e Tommaso hanno dato vita al singolo “A Brand New Year” fuori per Waddafuzz Records.
Entrambi hanno dei propri progetti musicali personali, ma le giornate -quando sei confinato in casa- possono diventare moooolto lunghe. L’arte come sempre accorre in aiuto.
Questa intervista ho sentito la necessità di scriverla a due mani con Carlo Pinchetti anche per non essere da meno sul fronte gioco di squadra.
TOMMY/LIVIO: Ciao ragazzi! Anzitutto, grazie per questa intervista
Nirmali: Grazie a voi! Come si coniugano due generazioni diverse? Ok che i genitori sono i primi a insegnarci la cultura musicale, tipo io ascolto punk e ho i capelli viola, ma mia madre è la sessantottina che mi ha permesso di essere quella che sono facendomi ascoltare Il Faber, Joan Baez e Janis Joplin…voi?
TOMMY: Per noi la musica è stato il maggior veicolo di comunicazione e di unione. Sin da quando ero piccolo e papà mi portava all’asilo, in macchina ascoltavamo i Ramones e gli Stray Cats: cantavamo insieme ed era molto bello cominciare le giornate in quel modo. Questo certamente ti segna, ed è reciproco. Diventa il linguaggio comune, sa di “casa” di “famiglia”. Va detto anche che papà ha lavorato come promoter di concerti per tanti anni ed io l’ho seguito spesso e volentieri in trasferta, quindi quell’ambiente mi è molto familiare.
N: Mi raccontate un po’ delle reciproche esperienze con le vostre band?
LIVIO: Ho cominciato verso la fine del ’93 con le prime, scalcinatissime band scolastiche, fino ad arrivare ai Peawees ad inizio ’95. Con loro ho suonato la batteria in due diversi momenti, tra il ‘95 appunto e il 2000, e poi ancora tra il 2005 ed il 2008, incidendo tre dischi. Poi un lungo periodo di inattività, fino al 2019, quando ho suonato per un breve periodo la batteria con i King Mastino. Il Covid ci ha poi tenuti tutti segregati, ed in quel periodo ho sviluppato un nuovo progetto chiamato Fernandhell, che mi vede in una veste diversa: non più batterista, ma chitarrista, cantante e anche compositore. Una prova di coraggio notevole, ah ah.
TOMMY: Volevo dare il mio contributo a quella che reputo una scena molto interessante: ho sempre ammirato le band spezzine e quando ho avuto l’opportunità di cimentarmi con uno strumento ho messo in pratica quello che avevo imparato formando un mio gruppo. Sono nati così gli I.O.P.S, circa un anno e mezzo fa, ed in poco tempo abbiamo già collezionato due singoli e diversi live, tra cui la partecipazione al Punk Rock Raduno di Bergamo.
N: Quante volte vi hanno perculato con Cat Stevens o mentitemi dicendo che frequentate solo personcine perbene? Se volessi essere cattiva cattivissima (e i Piccoli Bigfoot sanno quanto posso esserlo) potrei citare anche sorrow dei bad religion…ma non lo farò, almeno non pubblicamente!
LIVIO/TOMMY: Mah sai, noi abbiamo messo le mani avanti in tal senso: nel comunicato abbiamo scritto “Ci chiamiamo FATHER&SON..come la canzone di Cat Stevens…e no, non la suoniamo!” 🙂
Comunque, che tu ci creda o no, non ci hanno ancora preso in giro per questo, e ciò fa riflettere sulle nostre frequentazioni in effetti!
N: Cosa vi ha accomunato, cosa vi siete dati reciprocamente nell’ esperienza del COVID e dalla convivenza forzata? Voglio dire, prima era facile tornare a casa da scuola, università o lavoro buttare gli zaini in un angolo e scambiare le solite parole: “come è andata oggi? Che hai fatto?” “Tutto ok, niente”. Mi sembra ovvio che siate riusciti a trarne il meglio, ma chiedo, sarebbe stato comunque così o ‘sta maledetta pandemia ha tirato fuori qualcosa che forse avremmo impiegato di più a concretizzare se non ci fosse stata? Non è il discorso “ha fatto anche cose buone”, ci mancherebbe!
TOMMY/LIVIO: Forse il Covid ci ha solo lasciato un po’ più di tempo libero, ma in realtà noi facevamo già tante cose insieme; sicuramente la quotidianità era cambiata, ma questo non ha danneggiato la nostra interazione, anzi. Alcuni possono aver sentito obblighi o forzature nella coesistenza in quella specifica situazione: noi invece ci inventavamo giochi (non eravamo ancora nella fase musicale), cucinavamo insieme, ascoltavamo musica e guardavamo i nostri programmi preferiti in tv (quei pochi che riuscivano ad andare in onda..). Il fatto di aver cominciato a suonare insieme é sicuramente un ulteriore step a tutto ciò che abbiamo già fatto.
N: Pensate che questo possa essere un progetto che porterete avanti in parallelo con i vostri personali?
LIVIO: Se non lo diseredo prima, volentieri! ah ah
TOMMY: Questo è un gioco per noi, quindi finchè ci divertirà farlo lo porteremo avanti
N: Mi raccontate un po’ i vostri testi?
LIVIO: Hanno matrici sicuramente diverse, come potrai ben capire: io sono discretamente “stagionato”, mentre Tommy è giovanissimo, quindi le nostre argomentazioni sono sicuramente un pò distanti tra loro. Tuttavia, ciò che li accomuna sono l’energia, la rabbia e l’entusiasmo. Con Fernandhell. cerco di esprimere le mie sensazioni ed il mio personale punto di vista sul mondo che mi circonda, possa essere esso riferito alle persone che ho vicino o a qualcosa che devo cercare di mettere a fuoco in generale. Nutro una certa fatica e perplessità nel capire il mondo odierno, forse scrivendo posso arrivare ad accettarlo un pò di più. Per quanto riguarda “A Brand New Year”, che é l’unico pezzo che abbiamo pubblicato insieme è in realtà il nostro mantra, un rituale scaramantico che ci traghetti indenni attraverso il nuovo anno.
TOMMY: I testi degli I.O.P.S. trattano principalmente del mondo adolescenziale, chiaramente: di tutto ciò che ci stimola e affligge, delle nostre vittorie e paure. E’ di sicuro il mezzo con cui cerco di esprimermi maggiomente ed è anche quello, finora con cui ho provato maggior libertà.
N: Credo ora di dover lasciare qualche domanda al boss Pinchetti! Anche qua si sta sempre in famiglia perché Linda e Carlo hanno preso la deriva musicale, ma hanno figli molto molto artsy; io e mia madre il contrario: lei pittrice e io bassista. Che dramma esistenziale. (Beh, comunque niente male!!)
Carlo: A me interessa molto quell’aspetto creativo per cui una canzone nuova viene assegnata ad uno dei tre progetti. Come funziona la fase di scrittura? Pensate in anticipo ad un progetto specifico, oppure a seconda del risultato, il pezzo viene poi “assegnato”?
LIVIO/TOMMY: Avendo scritto insieme solo un pezzo possiamo dirti che é nato in modo del tutto spontaneo, perchè la situazione in cui eravamo al momento della stesura ha influito notevolmente sulla produzione e sul risultato finale. Quindi il processo di assegnazione, se così lo vogliamo chiamare, non c’é (ancora) stato. Siamo concentrati sui nostri rispettivi progetti personali, e quindi il grosso dei riff e delle idee sono già ben indirizzati, in realtà. anche vero però che ci capita di suonare molto più spesso insieme che con i nostri gruppi, e quindi ci saranno certamente delle altre idee comuni che terremo “in casa”.
C: Ho sentito anche quella bellissima cover degli Shins che avete fatto, forse nelle loro cose più acustiche intuisco possa esserci la traccia da seguire per Father&Son. Che ne pensate?
LIVIO/TOMMY: Non avendo grandi virtuosismi da poter sfoggiare, la parte lo fi acustica ci permette di poter mascherare eventuali errori come finezze volute! 😉 Scherzi a parte: suonare in casa, e per la precisione nella cameretta di Tommy, ha imposto nel tempo volumi adeguati e atmosfere quiete. Questo ci ha veicolato sulla scelta di alcni brani, con cui abbiamo elaborato una vera e propria scaletta, che fossero particolarmente delicati. E onestamente é un bel modo per decomprimere lo stress delle giornate di scuola/lavoro e di vivere questa realtà in modo diverso rispetto a quello che facciamo con I.O.P.S. e Fernandhell.
C: Gioco di ruolo, se Tommaso è Tommy Stinson, chi è Livio?
LIVIO: Vorrei poterti rispondere “Bob Mould”, ma in cuor mio so che sono più vicino a Woody Allen (per aspetto) e a Nigel Tufnel degli Spinal Tap (per tamarraggine).
Un libro e un film che vi piacciono?
LIVIO: Sono molto legato a “Il Grande Lebowski”, sicuramente. Libro, qualcosa di Benni: ti direi “L’ultima lacrima” (in particolare l’episodio chiamato “Coincidenze”)
TOMMY: Libri?….cosa sono??…. sono assolutamente più cinefilo: “Warriors” e “Pulp Fiction” su tutti.
LIVIO/TOMMY: NEVERMIND è di certo il disco che ci lega.
Concludiamo l’intervista ringraziando Tommy e Livio sperando di vederli presto live!

