Mazma Rill: il cambio pelle è in vinile
Li avevamo conosciuti un po’ tutti nel giro del grunge come Aneurisma, suono delle classiche reminiscenze alla Foo Fighters. Devo dire che il cambiamento in questa nuova ragione sociale denominata Mazma Rill non è che abbia portato chissà quale distacco o rivoluzione… anzi. “Lost in the Space” da oggi anche in VINILE, è sempre di quella pasta, sarà forse anche per il taglio decisamente caratteristico della voce di Antonio Orlando. Suona bene, suona classico, suona come non si sentiva da tempo questo modo di (ri)fare musica. Il suono suonato delle nuove normalità…

Dal grunge al rock americano da cassetta… ma neanche tanto… che cambio pelle è?
Ciao a tutti! Più che cambio di pelle è una naturale evoluzione della band. Qualcosa che era dentro il nostro suono ma non abbiamo mai messo in mostra. Alcune sonorità che ci contraddistinguono sono sempre presenti ma adesso il nostro repertorio presenta brani più variegati rispetto al passato con influenze che vanno dalla psichedelia alla musica elettronica. Ci piace molto metterci alla prova ed in futuro vorremmo toccare generi anche molto lontani dal nostro.
Ci sento tante soluzioni metal dentro i power chord e dentro le dinamiche più sostenute. Che ne pensate?
Ci può stare anche perché abbiamo ascoltato molto metal nell’età adolescenziale e qualche reminiscenza sicuramente è rimasta. Il nostro sound è il risultato dei tanti generi che ci hanno influenzato e delle tante musiche che abbiamo ascoltato nel corso degli anni, ne è un esempio Lost in Space, ma altre canzoni presenti nell’album cercano di sperimentare sonorità diverse come, ad esempio, “No One” oppure “Frame of Mind”.
Mi piace l’elettronica dei pad che trovo dentro “Alone”. Un brano che esce molto dalle abitudini del disco. Mi sembra di rivivere dentro un cartone animato giapponese…
In realtà “Alone” nasconde un tema molto delicato. La canzone parla del senso di colpa di un genitore che contro il suo volere è stato costretto ad abbandonare il proprio figlio. Forse la scelta di inserire flanger e chorus nei suoni può proiettare l’ascoltatore dentro un cartone animato giapponese ed è una cosa che ci piace molto. Sinceramente non ci avevamo mai pensato. Ma questo deve essere il ruolo della musica. Ognuno può riconoscere nelle note sensazioni particolari. Tecnicamente parlando nel pre-chorus ci sono anche dei violini e forse questo può alimentare questa proiezione sonora.
Gli arpeggi di chitarra mostrano una sola faccia, una sola pasta sonora. Perché questa scelta invece di caratterizzarli ad ogni brano (o quasi)?
Semplicemente perché l’album ha richiesto questo tipo di sonorità. Quando abbiamo provato a sperimentare qualcosa di diverso ci siamo resi conto che mancava qualcosa. Questo tipo di scelta negli arpeggi di chitarra ha contribuito a creare una sensazione di sospensione sonora. Infatti, il titolo “Lost in Space” non è stato scelto per caso. Abbiamo cercato di fondere le nostre influenze musicali provando a non essere scontati, ci abbiamo lavorato con la stessa passione di sempre. Siamo soddisfatti di questo lavoro e siamo contenti del risultato finale.
Un disco che più della rabbia dimostra sicurezza, la consapevolezza delle proprie decisioni… cosa ne pensate?
Infatti, è così. In primis siamo molto più sicuri di noi musicalmente parlando. Questa è la vera differenza rispetto ai lavori precedenti. Oltre al fatto che in questi anni siamo diventati musicisti migliori siamo anche persone più mature. Questo sicuramente ha inciso molto nella costruzione di questo nuovo lavoro.
A chiusura: dal vivo questo disco come suona? Avete mai pensato ad una dimensione di sintesi, acustica, o addirittura digitale?
Dal vivo suona molto più rock rispetto allo studio ma non poteva essere altrimenti. Siamo sempre un power trio con chitarre, basso e batteria. Stiamo cercando di migliorare alcuni aspetti in chiave live anche tramite l’utilizzo di alcune campionature per riportare il suono più vicino possibile alla versione studio però senza snaturarci troppo. In questo periodo siamo concentrati su questo in modo da essere preparati al meglio per il prossimo tour promozionale dell’album.



