Intervista: Março

Viste per la prima volta al Circolo Arci Bellezza in apertura a Liana Flores, le Março si sono dimostrate tre preparatissime musiciste, appassionate e delicate.
Marta Frigo (voce, chitarra, percussioni), Sofia Zavaglia (voce, chitarra, percussioni) e Martina Campi (flauto, fisarmonica, percussioni, chitarra) danno vita ad incroci vocali accompagnate da strumenti acustici (di cui sono innamorate) che fanno di loro un gruppo talentuoso da tenere in considerazione.
Tra cover e brani propri il live è stato tanto emozionante quanto autentico.
Le abbiamo contattate per farci spiegare meglio come vedono il loro futuro e quali sono le loro speranze.

IR: Come è nata la collaborazione tra voi tre e cosa vi ha portate a creare il progetto Março?

M: Il progetto Março è nato nel 2023 in maniera molto spontanea: Marta e Sofia, che già si conoscevano attraverso amicizie comuni e ammiravano l’una il lavoro dell’altra, hanno deciso di provare a fare qualcosa insieme. Inizialmente è stato un qualcosa di davvero molto naturale, abbiamo cominciato a suonare brani che piacevano a entrambe, solo chitarre e voci, senza alcuna pretesa o progetto, cercando solo di “conoscerci” musicalmente e di trovare un nostro suono insieme, un’identità comune. Piano piano poi il progetto è cresciuto e circa un anno dopo abbiamo sentito la necessità di aggiungere una terza persona che arricchisse il progetto dal punto di vista timbrico e che potesse dare varietà agli arrangiamenti. Abbiamo pensato subito a Martina per la sua capacità di suonare tanti strumenti differenti e per la sua sensibilità musicale, che abbiamo sentito molto affine alla nostra.


IR: Il vostro repertorio spazia tra jazz, pop, world music e brani originali: come convivono queste influenze nel vostro processo creativo?


M: Le influenze del nostro progetto sono molto varie, come sono varie le influenze musicali di ciascuna di noi: tutte portiamo nella musica che facciamo il nostro background, i nostri ascolti, quello che ci piace. Nel processo creativo non abbiamo filtri, sperimentiamo in direzioni diverse senza cercare di mettere delle etichette a ciò che stiamo suonando. Ciò che ci interessa maggiormente è il suono comune che vogliamo raggiungere , intorno a cui poi tutte le singole influenze vengono catalizzate e mescolate.

IR: Come lavorate sulle armonizzazioni e sui contrappunti vocali?

M: Quello che facciamo a livello di armonizzazioni e contrappunti vocali, che è poi il cuore del progetto, ciò da cui tutto è cominciato, è un lavoro che si potrebbe definire di “artigianato”: partiamo dalla melodia e cominciamo a lavorare sugli incastri delle voci facendo dei tentativi, modificando più volte le linee, cercando di raggiungere il suono che abbiamo in mente e un equilibrio che ci sembra funzionare per il brano. E’ un lavoro che richiede molto impegno, pazienza, collaborazione e tempo.

IR: Quali strumenti o timbri considerate indispensabili per costruire le vostre sonorità?

M: Sicuramente il panorama timbrico del nostro progetto è quello della musica acustica: la base della nostra identità timbrica è senza dubbio rappresentata dalle voci e dalle chitarre classiche, a cui si aggiungono il flauto e le percussioni.

IR: Quanto spazio lasciate all’improvvisazione durante gli arrangiamenti o le esibizioni dal vivo?

M: L’improvvisazione è uno strumento che usiamo e che spesso è il punto di partenza del processo compositivo.
Nei nostri live creiamo dei brevi momenti di assoli o di interplay, ma a quel punto gli arrangiamenti sono prevalentemente definiti.

IR: Il vostro sound ha un’atmosfera sognante ma anche molto terrena: come riuscite a mantenere questo equilibrio?

M: Anche noi sentiamo molto la convivenza, nel nostro sound, di atmosfere sognanti e terrene ed è qualcosa a cui teniamo particolarmente e con cui ci piace sperimentare. In parte è sicuramente frutto dei timbri acustici del nostro progetto: abbiamo le percussioni, che rimandano a qualcosa di antico, di tradizionale, e quindi fortemente terreno; ma allo stesso tempo il flauto e le chitarre, soprattutto quando suonate insieme, che contribuiscono a creare un effetto di sospensione e di onirico; le voci, poi, possono essere modellate in maniera differente per bilanciare o sbilanciare questo equilibrio, dove sia le radici terrene che la dimensione eterea e spirituale hanno spazio.

IR: In che modo nascono le vostre composizioni originali? Partono dalla voce, da uno strumento o da un’idea condivisa?

M: Le nostre composizioni solitamente nascono da un’idea di una di noi, che può essere una melodia o una parte di chitarra o anche una parte di brano già completa. Da lì il procedimento è molto simile a quello che usiamo per le armonizzazioni: lavoriamo all’idea insieme, facendo delle prove, tentando strade diverse e costruendo pian piano il brano in tutte le sue parti; a volte si tratta di dare una struttura, altre volte di arricchire timbricamente, altre ancora di modellare l’idea all’interno della nostra identità sonora.

IR: Quali sono i progetti futuri del progetto Março e come immaginate la vostra evoluzione artistica?

M: In questo periodo ci stiamo prendendo del tempo in forma di mini-residenze artistiche per poter lavorare alle nostre composizioni originali senza scadenze o live da preparare. Stiamo costruendo un repertorio di brani di nostra composizione che ci piacerebbe poi poter registrare e pubblicare, idealmente nell’arco del prossimo anno.
Per quanto riguarda l’evoluzione artistica del progetto, abbiamo già visto una grande maturazione da quando è partito fino ad ora e siamo sicure che continuare a lavorare insieme non potrà che migliorare la nostra sintonia musicale e creare un’identità sonora ancora più distinta e specifica.

Contatti: marcoduomusic@gmail.com

IG: https://www.instagram.com/marco_music__/

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