Interview – Speedy
Dopo Cremonini, Speedy torna con Camicia Bianca, il nuovo singolo disponibile dal 27 giugno per Semplicemente Dischi e Marley360. Camicia Bianca è una metafora della vita per Speedy, che esprime in musica le trasformazioni interiori, i rimpianti e le cicatrici lasciate dal tempo, rappresentate nel testo da macchie di vino. Un’immagine semplice ma potente, che riassume lo spirito del brano: vivere significa anche sporcarsi, cambiare forma e portare addosso i segni di ciò che ci ha attraversati. Un brano it-pop dalle influenze indie, uno specchio emotivo in cui è facile ritrovarsi.
“Una notte non troppo lontana sono tornato a casa un po’ brillo e ho iniziato a pensare fortissimo a quante me ne ne fossero capitate nei mesi precedenti. Così ho deciso di scrivere una lettera a me stesso per metterlo in guardia dal fatto che nel giro di un anno possono cambiare e succedere tantissime cose e che, per quanto proviamo a tenere la nostra camicia bianca pulita, ci sarà sempre qualche bicchiere di vino pronto a macchiarla.”
L’universo di Speedy è fatto di frasi che si stampano in mente, come “panni al vento appesi ad uno stendino” e “sigarette in cerca di un accendino”, frammenti poetici che raccontano la nostra esistenza sospesa ed incerta ma profondamente umana. I continui riferimenti alle proprie esperienze e ricordi si confermano essere una cifra stilistica per Speedy: un artista che nonostante i suoi 20 anni riesce a mostrare una maturità poetica e musicale non comune per la sua età.
1. “Camicia Bianca” arriva dopo un periodo di silenzio. Che momento rappresenta per te questo singolo all’interno del tuo percorso?
“Camicia bianca” è una lettera a me stesso, una sorta di bilancio emotivo ed è per questo che è una canzone parecchio personale. Dentro ci sono un sacco di cose che mi sono capitate nell’ultimo anno e mezzo. Nonostante ciò, credo sia anche il pezzo più universale di tutti, per il semplice fatto che, per la vita di ognuno è una “camicia bianca” e quanto ognuno di noi provi a tenerla pulita, ci sarà sempre qualche bicchiere di vino pronto a sporcarla, ci saranno sempre ostacoli improvvisi da superare, problemi che ci sembrerà di non meritare e cambiamenti da attraversare. È sicuramente il singolo che equivale a una presa di consapevolezza.
Lo abbiamo intervistato.
2. Oggi pubblicare musica è diventato facilissimo, ma emergere è sempre più difficile. Che rapporto hai con la scena indipendente e i suoi meccanismi?
Ogni giorno, per quanto a un certo punto diventi molto complicato, cerco di vedere le canzoni che scrivo non come un modo per emergere, ma come un modo per sfogarmi ed esprimermi che è la missione unica e primordiale della musica. A volte è impossibile, ma penso sia questo il segreto per viversi il tutto in maniera tranquilla. Per il resto sono contento del percorso che ho intrapreso, delle persone che ho incontrato e delle esperienze che sto facendo. Al resto cerco di lasciare meno spazio possibile.
3. C’è un contrasto tra l’estetica raffinata del brano e il nome Speedy, che sembra suggerire velocità e istinto. È una dicotomia voluta?
Il nome “Speedy” è un qualcosa che non c’entra direttamente con la musica, ma che nasce molto prima. Volendolo legare al mio percorso di autore mi piace associarlo alla velocità con cui le parole semplici che scrivo si trasformano in immagini di impatto.
4. Cosa ti spinge a scrivere: un’urgenza emotiva, una ricerca estetica, il desiderio di dire qualcosa in particolare?
Scrivere è sempre stato fondamentale per me. Fin da piccolo. Ho sempre scritto di ciò che sentivo, di ciò che avevo dentro, dalla mia prima cotta alle scuole elementari, passando per i miei primi problemi con la mia mente e con gli altri, fino alle sigarette e alle birre degli anni dell’università. Penso che a prescindere dalla musica e dalle canzoni, lo farò fino all’ultimo giorno della mia vita.
5. Hai in mente un progetto più ampio dietro Camicia Bianca? Possiamo aspettarci un EP, un album, o qualcosa di completamente diverso?
“Camicia bianca” è il mio sesto singolo e posso dire in maniera ufficiosa che siamo vicini alla chiusura del mio primo disco. Se ne parlerà dopo l’estate, ma sono molto entusiasta.


