Interview – Caspio
Esce giovedì 10 giugno 2021 bilico, il nuovo singolo di caspio (tutto rigorosamente minuscolo), fuori per Le Siepi Dischi e in distribuzione Believe, qui caspio manda un chiaro messaggio intergenerazionale: non sprecate la vita sull’orlo di un baratro.
In “bilico” c’è una coppia – giovane o vecchia, poco importa – che non riesce a risolversi, che non riesce ad uscire dal loop delle dinamiche che la stanno avvelenando piano piano. Verrà il momento di prendere una decisione, ma un affetto malato ritarda la scelta. Di giorno in giorno, di anno in anno, fino, quasi, ad odiarsi, a non riconoscersi più. Tutto l’amore che c’è stato e che ancora si percepisce in lontananza, tutta la reciproca conoscenza (“Oggi è un’altra domenica / non t’è piaciuta mai”) si è trasformato in un gorgo di sentimenti negativi da cui sembra impossibile uscire. Recriminazioni, colpevolizzazioni, bugie diventano le caratteristiche di una coppia che non sa affrontare la sfida della solitudine. E qui interviene la voce dell’autore che libera, che lascia andare, cadere, perché a volte l’unica soluzione è quella di buttarsi nell’oscurità di un futuro che non puoi sapere come sarà. Ma che potrebbe anche essere migliore. Perché poi quello che conta è affrontare, sempre e comunque. Scontrarsi con le proprie idee, con gli effetti delle proprie scelte. Buttarsi nel vuoto, se ciò serve a cambiare qualcosa. Precipitare per ritrovare se stessi.
Ecco cosa ci ha raccontato!
1. Di cosa parla “bilico” e perchè è uscita proprio adesso?
bilico racconta di una coppia che non riesce ad uscire da un gorgo di dinamiche che la stanno avvelenando perché un affetto malato e la paura della solitudine ritardano la scelta inevitabile di lasciarsi. Non è la mia storia: ho un mutuo cointestato! Però può essere la storia di chiunque. Anch’io mi sono spesso trovato in bilico, quindi ricordo a chi mi ascolta che affrontare gli effetti delle proprie scelte e buttarsi nel vuoto, spesso può significare ritrovare noi stessi. “bilico” esce adesso perché il ritrovato senso di libertà può aiutare a darci lo slancio per cambiare la nostra esistenza.
2. Come nel precedente brano “mai” sembri voler dare dei messaggi precisi alla “nostra” generazione. Come mai?
La musica è un mezzo per comunicare. E comunicare ai propri simili, a chi ha vissuto le stesse esperienze, fa pensare sempre ad un pubblico più ricettivo. In realtà, se “mai” era un brano chiaramente generazionale, “bilico” non lo è. La situazione può riguardare qualsiasi coppia, di qualsiasi tipo, di qualsiasi età.
3. Come descriveresti Trieste dal punto di vista musicale?
A Trieste i musicisti sembrano vivere in un mondo sospeso. Forse perché Trieste è una città sospesa. Tra mare e terra, tra due confini. Ci sono state delle belle realtà locali che sostenevano la musica, che la riproponevano ad un pubblico un po’ assopito. Oggi anche quelle realtà hanno finito per piegarsi al torpore di una città che per certi versi è tanto libera e festaiola, per altri un buco nero. Confido che si possa recuperare la forza di Trieste, che è la diversità in tutte le sue forme, e farne anche musicalmente cose buone.
4. Quali sono le tue influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Io ascolto un po’ di tutto, cose che non c’entrano tra loro, generi diversi, artisti giganti e di nicchia. Ad influenzare la mia musica sicuramente c’è tutto il trip-hop alla Massive Attack, l’industrial dei Nine Inch Nails. Adoro i The National. Qualcosa che non ci si aspetta? Le ragazze del pop internazionale quando se ne escono con pezzoni inattesi, tipo Ariana Grande o Dua Lipa.
5. La domanda che non ti ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto farti?
Avresti potuto chiedermi se sono contento. E io che sono sempre insoddisfatto, scettico e un po’ disfattista, ti avrei detto: oggi sì!



