Interview – Akhila
“A Prendermi” è il nuovo singolo di Akhila disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 30 agosto pubblicato sotto l’etichetta Saint Louis Music Production. Dopo il primo singolo “Ideale Astratto”, Akhila torna con un brano introspettivo ma che racchiude un significato profondo di speranza. Spesso le insicurezze ci attanagliano e nel momento di scegliere non sappiamo che strada prendere, la cantautrice ci invita a guardarci dentro perché in fondo ognuno di noi ha la risposta giusta.
Akhila manda un messaggio di autoconsapevolezza della nostra forza e del nostro giudizio. “A prendermi” trasmette quest’energia con un sound delicato, ma molto elaborato che difficilmente si inquadra in un solo genere. Un po’ indie pop con un pizzico di r’n’b ed elementi di sonorità tradizionali indiane.
Incuriositi e incantati da un carisma che non ritroviamo spesso nella scena indipendente, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lei.
Ciao Akhila, per prima cosa ti vorrei chiedere: da dove nasce il tuo nome d’arte?
Akhila è il mio secondo nome: ha origine sanscrita e allude alla connessione e all’unione con il cosmo. Mi sono sempre sentita in sintonia con questo significato, ed è per questo che ho scelto di portarlo anche nella mia musica.
E’ uscito da poco il tuo singolo “A prendermi”. Un brano che parla di introspezione e autoconsapevolezza. Qual è stato il processo che ti ha portato a scrivere questa canzone? Ci sono stati momenti specifici nella tua vita che ti hanno ispirato?
Ho scritto a prendermi ad aprile 2023: la parte armonica e la top-line sono nate spontaneamente, quasi subito, mentre il testo ha preso forma in momenti diversi, frammento dopo frammento, unendosi col tempo. Era un periodo della mia vita molto pieno, seguivo due università, stavo conoscendo molte persone, ma, nonostante ciò, era come se stessi perdendo la direzione e il significato vero delle cose. Ho sentito così il bisogno di riconnettermi con me e di dedicare più tempo alle persone a me più care.
Cosa vorresti che i tuoi ascoltatori portassero con sé dopo aver ascoltato “A Prendermi”?
Di guardare dentro di sé ogni tanto e di ricordare delle cose che ci fanno stare bene.
Hai un background multiculturale che si riflette nella tua musica. Come pensi che le tue radici indiane e occidentali abbiano influenzato il tuo stile musicale?
Ho una preparazione accademica di stampo prettamente occidentale, che va dal canto al pianoforte classico. Tuttavia, il mio approccio alla scrittura è guidato dalla spontaneità e da un’ispirazione quasi meditativa, influenzata dall’ascolto e dallo studio della musica indiana. In molti, poi, mi dicono che sentono l’influenza dell’India nelle melodie e nel modo in cui utilizzo la voce.
Hai vinto il contest “Game Of Chords” del Saint Louis, quanto ha contribuito questa vittoria al tuo percorso artistico?
Mi ha permesso di crescere molto, offrendomi l’opportunità di arrangiare ed eseguire dal vivo le mie canzoni. Inoltre, ho avuto la possibilità di esibirmi davanti ad esperti e a professionisti nel settore artistico-musicale, arricchendo e raffinando la mia crescita professionale.
In un mondo musicale così vasto e competitivo, cosa ti motiva e ti spinge a continuare a creare musica?
Non mi sono mai fermata, neanche quando ero sul punto di mollare. Penso che il mio amore per la musica sia così profondo e sincero che nulla mai mi ha ostacolata dal continuare a scrivere e a cantare, le due cose più preziose e importanti nella mia vita. Ritengo poi che ogni artista sia unico, e per questo la competitività, se vista in una prospettiva più ampia, perde di significato: l’arte e la musica dovrebbero parlare direttamente al cuore delle persone.
C’è un messaggio specifico che vuoi trasmettere attraverso la tua musica? Se dovessi riassumerlo in una frase, quale sarebbe?
Con la mia musica, spero di contribuire ad abbattere le barriere culturali e far conoscere meglio l’India, che in Italia è ancora poco nota nella sua varietà e diversità. Inoltre, voglio dare risalto alle emozioni e ai sentimenti.
“Per dar voce al coro di molti e svelare la voce più nascosta di ciascuno”

