Viola – Sheepwolf

GENERE: blues-rock, pop

PROTAGONISTI: Viola (chitarra e voce), Lele Battista e Alessandro Gabini (produzione artistica e arrangiamenti)

SEGNI PARTICOLARI: Viola è Violante Placido, attrice discretamente famosa nel belpaese, tra l’altro figlia dell’attore e regista Michele Placido e dell’attrice Simonetta Stefanelli.

INGREDIENTI: musicalmente parlando, ‘Sheepwolf’ deve più di una semplice ispirazione ai Portishead (tra le altre cose, l’intro di batteria di ‘Qualcosa deve essere successo‘, ricorda non poco quello di’Machine gun’) e, in generale, a tutti quelli che hanno tentato di mescolare il blues più drammaticamente oscuro alle inquietudini dell’elettronica, tipo i Depeche Mode di ‘Violator’ o del più recente ‘Playing the Angel’.

DENSITA’ DI QUALITA’: nell’ascoltare questo disco con intenti più o meno critici, occorre partire da una banalissima quanto fondamentale nota biografica: Viola aka Violante Placido di professione fa l’attrice, ovvero vive e si guadagna il pane interpretando parole, pensieri e opere; è una che per fare bene il suo lavoro ti deve commuovere, nel senso più puramente etimologico del termine. Proprio l’interpretazione, invece, è il tallone d’Achille di questo ‘Sheepwolf’, che suona benissimo certo, ma che non morde. Da una come lei, era lecito aspettarsi grandi cose su un disco come questo, così viscerale e sofferto nella parte musicale, così vivo e autentico nelle composizioni. Ma in realtà questa seconda fatica in studio di Viola, sebbene da una parte brilli grazie agli stupendi intrecci strumentali dal sapore fortemente bluesy, dall’altra non sempre riesce a far breccia nel cuore di chi ascolta, proprio a causa di un’interpretazione vocale incostante, che troppo spesso si accontenta di passare il compitino con la mera sufficienza e poco più (come dicevano le maestre di tutti: è brava, ma non si impegna abbastanza). E dire che quando la nostra Viola tira fuori gli attributi siamo davanti alla meraviglia pura: ascoltate ad esempio la vellutata ‘You Poison Me‘, o la inquietante opening trackGhosts‘, due sensuali gemme oscure. Ma ahimè, dopo arrivano le varie ‘Scared of my ghosts‘ e ‘Don’t come close‘ (di quest’ultima, poi, non si capisce bene per quale motivo doveva essere cantata in sincope rispetto all’accompagnamento, sembra quasi un’errore), che ci fanno quasi venir voglia di ascoltare altro.

Eppure, al netto dei vari passi falsi, bisogna ammettere che non se ne sentono molti di dischi suonati così in questa Italia che guarda sempre con eccessiva reverenza alle tradizioni musicali d’oltreoceano: qui c’è del blues che-nemmeno-a-New-Orleans, del rumore che-te-lo-sogni-a-New-York. Canzoni mai troppo complicate, dirette, condite da arrangiamenti geniali e melodie che suonano inquiete e inquietanti, ma dannatamente belle, toccanti in tutto il loro sincero pathos. Il problema di ‘Sheepwolf’, purtroppo, è che quando il bel canto manca, la sua mancanza si fa decisamente sentire (tipo nelle due canzoni in italiano, che sono suonate benino ma cantate malaccio, alla come va, va), e questa mancanza finisce con l’abbassare il livello di un disco che, se fosse stato sorretto da una scrittura adeguata, sarebbe stato sicuramente una delle uscite dell’anno. Pazienza, il secondo album, si sa, è il più difficile della carriera di un artista e quindi noi attendiamo il terzo.

VELOCITA’: 12 brani che si fanno ascoltare un bel po’ di volte e che non annoiano, ma che non graffiano!

IL TESTO: “You poison me/ but you say you love me/ you say it’s me/ but I’m the only one crying” da ‘You poison me

LA DICHIARAZIONE: “Sheepwolf è una dichiarazione d’intenti: consapevolezza e caos, controllo e intuito. Un sogno lucido, l’inconscio che si svela nel mondo onirico.” dal comunicato stampa di presentazione del disco

UN ASSAGGIO ‘You poison me’

IL SITO: Facebook – Violante Placido Official

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *