Michele Maraglino – I Mediocri

GENERE: cantautorato

PROTAGONISTI: Michele Maraglino (chitarra acustica, voce), Francesco Federici (chitarra acustica, chitarra elettrica), Daniele Rotella (chitarra elettrica), Marco Zitoli (basso) Francesco Miceli (batteria)

SEGNI PARTICOLARI: primo disco sulla lunga distanza per Michele Maraglino, dopo l’EP d’esordio ‘Voglio solo che ti diverti’ del 2010. Maraglino, oltre che cantautore, è anche scrittore e sopratutto è fondatore de La Fame Dischi, etichetta molto attiva nata nel 2011.

INGREDIENTI: Il cantautorato “impegnato” è una via difficile da intraprendere, si corre sempre il rischio di cadere nel baratro della retorica e della banalità ; Maraglino si concentra su temi d’attualità come il precariato (‘Lavorare Gratis‘), su realtà che conosce bene avendole vissute (‘Taranto‘). Ovviamente la mediocrità , considerata da diverse angolazioni, è sempre tema centrale del disco. Maraglino nel suo esordio non si inventa nulla dal punto di vista melodico, punta tutto sulla semplicità del suono e sui testi, vera voce da mettere a fuoco riguardo al suo lavoro. Niente virtuosismi, essenzialità al massimo nell’intreccio delle chitarre, batteria mai sovrabbondante. Tutte le cose dette precedentemente sono sia punti di forza che punti di debolezza, se da una parte ne guadagna la ricezione del brano, dall’altra la scorrevolezza del tutto risulta maggiormente rallentata. Trattandosi di un esordio, si possono sicuramente migliorare in futuro.

DENSITA’ DI QUALITA’: Nei primi tre pezzi c’è una progressiva diminuzione di velocità , partendo dalla ritmata ‘Verranno A Dirti Che C’è Un Muro Sopra ‘, passando per ‘Vita mediocre‘, dove si parla del vivere indossando una maschera per celare il proprio malcontento, ed arrivando alla ballata ‘Taranto‘, in cui si affronta il tema delicato dell’ Ilva (“ci siamo giocati il futuro /con il coraggio delle facili scelte“). Maraglino a questo punto ricorre alla sua vena pop per riportare il tutto su un’andatura più sostenuta, andando a puntare i fari su un tema sempreverde per il cantautorato: l’amore. Ci si ritrova dentro ad una vera e propria “trilogia del’amore”: intreccio tra amore e mediocrità (‘Umida‘), rottura del rapporto (‘Pensavo Di Morire (Ma Poi Non E’ Successo)‘) ed emancipazione da quest’ultimo, citando direttamente i versi di Maraglino “non ho più tempo per te, non sei per niente più speciale e sono libero da te” in ‘Vienimi A Cercare‘. Il momento più di stanca del disco arriva verso la fine: l’approccio scelto per la strofa di ‘Lavorare Gratis‘ non convince pienamente, il pezzo si risolleva solo a metà con un’attitudine più rock, mentre in ‘L’aperitivo‘ Maraglino compie l’errore di scivolare nel banale. Pur potendone condividere il pensiero, la generalizzazione estrema sortisce l’effetto contrario rispetto a quello voluto dal cantautore: l’ascolto risulta impregnato di eccessivo moralismo.

VELOCITA’: moderata

IL TESTO: tutto intorno ormai non c’è niente, è tutto morto fottuto il presente, perché ci siamo giocati il futuro, con il coraggio delle facili scelte” da ‘Taranto

LA DICHIARAZIONE: Maraglino ad Osservatori Esterni : “Per me “I Mediocri” sono tutti quelli che subiscono la vita vivendone spesso una non loro, vittime delle convenzioni

IL SITO: iMediocri.tumblr

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