SITRA: un debutto dal gusto internazionale
Alessandra Del Grosso si firma SITRA, l’avevamo conosciuta con un singolo che entrava in loop come il suo video “NOI” che restituiva la rete. Il folk sembra trovare direzioni altre nel nuovo futuro delle macchine… ed è così che suona un EP come “Eclettica”, sembra provenire da terre lontane, da mondi altri, dai suoni che sanno di letterature spaziali… ma forme e linee vocali sempre attente al pop delle soluzioni efficaci. Ci si perde dentro con quel gusto un poco underground e un poco degno di palchi patinati da Eurovision… internazionale appunto.
Ha senso chiederti, forse perché condizionato da alcune immagini di te, se l’oriente ha qualche ascendente o ruolo nella costruzione di questo disco?
L’oriente lo sento affine a me nel modus vivendi e l’ho scelto come riferimento stilistico-estetico in modo spontaneo. Di orientale nel disco c’è solo uno strumento il “sitar”, che ho usato al posto della chitarra nel brano “Noi”. In futuro sicuramente avrò modo di far emergere questa passione verso l’oriente in musica… devo solo trovare i musicisti!
L’elettronica del futuro, i computer e le nuove normalità: ma nei tuoi video c’è sempre il corpo come centro di tutto. Due antipodi se vuoi… che ragione hanno questi due estremi per te?
La passione per il computer e la tecnologia non oscurerà mai la potenza e il calore comunicativo che ritrovo nell’essere umano, anche per questo ho scelto la danza come ulteriore espressione comunicativa artistica. Non c’è immagine più forte e umana di due o più che si incontrano. Insomma, guardo alla tecnologia con curiosità ma anche con attenzione e occhio critico.
Nuovi inizi, nuove nascite… nuove cose… è un momento di vita che ha questo senso e forma al disco?
Si. È un nuovo capitolo della mia vita. La musica va di pari passo al mio sentire.
Mi sento una canta storie. Le canzoni del disco “Eclettica” sono di natura autobiografica e terapeutica che nascono un po’ di anni fa. Ora già sento nuove idee che lasceranno spazio ad altri personaggi.
Dal vivo come suona e con quali mezzi? La dimensione analogica esiste?
Dal vivo ho ricercato l’ibrido. Sto costruendo il live considerando la presenza di un chitarrista, quindi sono stati lievemente riformulati gli arrangiamenti, poi ci sarà con me una tastierista, con cui abbiamo scelto solo strumentazione digitale, un batterista, al momento solo al MultiPad e infine, io alla voce con un set formato da un campionatore e un synth analogico.



