Interview – Elia Turra
Fuori dal 22 marzo “Punk di quartiere”, il nuovo singolo di Elia Turra. Il brano fa parte dell’EP “Trilogia di quartiere” anticipato dal singolo “LSB”. Un concept di tre canzoni che raccontano la vita del cantautore attraverso le zone di Verona che hanno segnato la sua crescita. Il primo brano parlava delle case popolari di San Bernardino, dove Elia è nato e ha trascorso la sua infanzia. Invece in “Punk di Quartiere”ci spostiamo nel cuore di Veronetta dove l’adolescenza del cantautore è esplosa.
Il titolo potrebbe far pensare che ci troviamo di fronte un brano punk, ma non è così.Abbiamo tonalità indie rock insidiose, frizzanti e cariche di vitalità, ma l’appellativo non è riferito al genere quanto allo spirito. Un momento della vita in cui si vuole spezzare le catene della società per trovare se stessi.
Noi eravamo curiosi di conoscerlo meglio.
Ciao Elia, perché “Punk di Quartiere” nonostante il genere del brano non sia quello?
Ciao ragazzi! Il titolo del brano è più una metafora di come mi approccio alla vita, a livello artistico e personale. E’ un inno all’essere punk nell’animo, qualcosa che va al di là del genere o dell’estetica.
Il pezzo, in realtà, come avrete sentito è più improntato sull’indie rock, ma la matrice punk deriva anche e soprattutto da “Veronetta”, il quartiere di Verona da cui è ispirato il brano.
Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato musicalmente?
Pete doherty dei The libertines in primis, che è da sempre una delle mie influenze maggiori.
Tra l’altro ho avuto modo di conoscerlo a novembre dell’anno scorso a Milano, in occasione di suo concerto solista all’Apollo, e dopo essere entrati in sintonia, mi ha proposto di suonare un mio brano (il mio primo singolo d’esordio “Giungla d’asfalto”) in apertura al suo show.
Ovviamente non potevo rifiutare, è stato tipo un sogno ad occhi aperti:
Ero andato lì semplicemente per vedermi il suo concerto, mai avrei immaginato che sarei finito sul palco per suonare il mio primo brano a cui sono più affezionato, in sua apertura, e presentato sul palco da lui stesso.
Come nascono di solito i tuoi brani? Prima il testo o la melodia?
Solitamente viene prima la melodia, e su quella scrivo il testo.
Venendo però dalla poesia (scrivo da quando sono piccolissimo, ancor prima di iniziare a suonare la chitarra)può capitare che abbia dei versi nel cassetto che mi piacciono, e quindi, in quel caso, ne compongo la musica successivamente.
C’è qualche artista con cui vorresti duettare?
Così a freddo, i primi due artisti che mi vengono in mente sono Franesco De Leo (Frontman dell’Officina della Camomilla) e Lucio Corsi. Li Ho ascoltati tantissimo in questi anni, hanno una bellissima poetica, con stili completamente differenti. Sarebbe un onore condividere una canzone con loro.
Prossimi progetti?
Sono già al lavoro sul prossimo singolo “Oltre Adige”, il terzo ed ultimo capitolo del mio Ep “Trilogia di quartiere”. Conto che possa uscire entro metà del mese prossimo (Maggio.) Nel mentre, continuerò a suonare i miei pezzi live nei locali, e una volta chiusa la trilogia, registrerò altre canzoni che ho nel cassetto.

