Interview – Monna Lisa Blackout
E’ uscito venerdì 14 aprile 2023 “Monna Lisa Blackout: Vol. I”, primo EP della band omonima. A un mese di distanza dalla pubblicazione del primo singolo, la band toscana ci fa dono di un disco il cui filo conduttore è il disagio e l’incompatibilità con la realtà, tema che viene affrontato da ogni pezzo in maniera diversa: il costante stato di ansia e di inadeguatezza (“Panico”), l’incertezza dei cambiamenti necessari e la determinazione ad affrontarli (“Instabile”), l’eterna ricerca di risposte che si spinge fino alla religione e trova solo illusioni (“Voodoo”), e l’odio, la rabbia di sentirsi trascinati verso la rovina dai potenti della terra (“La Nave Affonda”).
Per l’occasione, abbiamo scambiato qualche parola con la band per conoscere meglio il loro progetto:

Cosa contraddistingue la musica dei Monna Lisa Blackout?
Vogliamo portare sulla scena italiana una faccia del rock che non sentiamo rappresentata, contaminarla col rap e portarla a tutti quelli che potrebbero amarla, se solo la conoscessero. Noi veniamo dal
Vogliamo, soprattutto, mandare un messaggio. A tutti quelli che si sentono isolati, che vedono la realtà intorno a loro come aliena e ostile, che guardano con rabbia il mondo che va in malora: non siete soli, non siete solo voi a stare male per questo. Ognuno può cambiare la propria vita e il mondo in meglio, se non è solo.
Avete voglia di raccontarci come avete portato avanti la lavorazione del vostro EP?
Beh, i pezzi sono stati scritti nell’arco di diversi mesi, tipicamente crescevano da un un’idea nata in sala prove durante un’improvvisazione che poi veniva sviluppata e rielaborata.
Quando sentivamo che il pezzo era a un buono stadio di lavorazione lo facevamo sentire al nostro produttore (Kikko De Luca), e insieme a lui lo portavamo alla sua versione definitiva.
Alla fine c’è stato il momento migliore in assoluto, quello della registrazione. Abbiamo preso per una settimana il Sam Recording Studio di Lari, abbiamo affittato un appartamento lì accanto, e per una settimana ci siamo dedicati soltanto alle registrazioni e al mix.
È stata un’esperienza incredibile, una delle cose più belle che abbiamo mai vissuto come Band.
Quali sono i vostri progetti preferiti della scena musicale italiana e come pensate di poterla arricchire?
Dei progetti italiani più maturi in questo momento, sicuramente Caparezza e Salmo sono quelli a cui ci inspiriamo di più.
Subito sotto, fra i progetti veramente affermati e quelli quasi sconosciuti, ce ne sono davvero tanti molto validi. Per esempio siamo tutti cresciuti coi Teatro degli Orrori e abbiamo da poco visto live il nuovo progetto solista di Pierpaolo Capovilla, i Cattivi Maestri. I Ministri sono un’altra band incredibile, rock così onesto si sente di rado. In questi giorni stiamo ascoltanto tanto i Vintage Violence, ci piacerebbe davvero tanto vederli live. Sono davvero tanti, è impossibile non fare un torto a qualcuno senza un elenco chilometrico.
La nostra musica, questo rock contaminato dal rap con questa cattiveria, è una cosa che nel panorama italiano in questo momento sentiamo in giro molto poco, anzi sarebbe fantastico se ce ne fosse di più.
C’è un artista con cui sognate di avviare una collaborazione?
Troppi, il panorama musicale italiano enormemente più figo di quanto si pensa ed è pieno di artisti validi ad ogni livello.
Una buona risposta per questo momento sono i Vintage Violence, in questi giorni li ascoltiamo tantissimo e basterebbe già solo vederli live, salire sullo stesso palco sarebbe incredibile.
Qualche anticipazione sui vostri prossimi progetti?
“Volume 1” è solo l’inizio, siamo già al lavoro per il prossimo EP e stiamo organizzando il nostro primo tour, che partirà tra ottobre e dicembre. Non vediamo l’ora di incontrare altre realtà underground che condividono la nostra passione e la nostra voglia di fare musica, in giro è pieno di realtà fighe.



