Il nuovo disco dei Comaneci

Venerdì scorso, 14 ottobre, è uscito il nuovo disco dei Comaneci, dal titolo Anguille. Noi eravamo lì prontissimi per l’ascolto e ne siamo rimasti molto soddisfatti. Uno splendido elogio alla lenteza e al sogno, un disco senza compromessi e, proprio per questo, che ha tutte le caratteristiche per conquistare gli ascoltatori attenti e che si approcciano alla musica con mente e cuore aperti.

Ecco come il disco ci viene presentato:

“Anguille” è il nuovo album dei Comaneci, una delle band più pure e rispettate del panorama indipendente italiano, attivi dal lontano 2005 con la loro miscela di dream folk, alt rock e psichedelia in continua evoluzione.

Anticipata dai singoli “Little girl” e “Loss of gravity”, la quinta fatica discografica della creatura musicale composta da Francesca Amati, Glauco Salvo e Simone Cavina esce ufficialmente il 14 ottobre 2022 per Santeria Records, Wallace Records e Tannen Records, su compact disc, vinile oltre che in streaming e in digital download.

La produzione vede in regia di registrazione, mixaggio e mastering Mattia Coletti, collaboratore di lunga data della band. Il lavoro è stato realizzato in due anni e inciso non in studi di registrazione ma in luoghi altri, quali lo spazio teatrale dell’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e una casa in collina a Cartoceto, luoghi che hanno caratterizzato l’album con i loro suoni e il loro potenziale immaginifico.

Ma perché un titolo come “Anguille”? A raccontarcelo sono gli stessi Comaneci:

L’anguilla rappresenta un enigma. È pesce ma anche altro, serpente, verme, mostro marino. La figura dell’anguilla spinge a perseverare nella ricerca, a prescindere da quanto tempo sia necessario o da quanto disperata sia l’impresa. La sua vita è un dilemma che spinge i ricercatori all’ostinatezza. Anguille è un disco di perseveranza e trasformazione: nato e cresciuto in tempi di lontananza e limitazioni, ha cercato di trasformarsi in un’occasione per esplorare nuovi orizzonti.

I testi sono elaborazioni di o testi poetici per intero, rappresentano un “a capo” costante, un vertere continuo per un nuovo inizio.

Hanno collaborato al disco Tim Rutili dei Califone e Troy Mytea aka Dead Western con le loro voci meravigliosamente stranianti e Luca Cavina (Zeus, Arto, Calibro 35) con eleganti parti di basso e synth.

Lasciatevi ipnotizzare, e buon ascolto!

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