Preghiera – Satellite
Il revival disco rappresenta per l’epoca contemporanea una tendenza che pervade l’intero panorama musicale e culturale, dai più celebri esempi mainstream fino alle espressioni underground ed emergenti. Nonostante la retro-nostalgia e l’ancoraggio a sonorità e ritmiche tipiche della fine del secolo scorso possano talvolta apparire come una “strategia” studiata a tavolino per dare colore alla propria personalità artistica, però, pochi progetti riescono ad interiorizzarla in maniera completa e genuina, fino a creare una sorta di parallelo temporale irrisolvibile. È il caso dei Preghiera, duo vicentino che con il loro nuovo EP “Satellite” segna un esordio più che degno di nota. Oltre che un virtuoso esempio di costruzione di un sound originale seppur contaminato dal passato, il progetto rappresenta un primo, importantissimo mattone nello svilupparsi di un’estetica che fonde passato e futuro fino a risultare profondamente attuale. Da un punto di vista sonoro, il disco poggia le proprie fondamenta su produzioni dominate da ritmi ballabili e synth martellanti, capaci di dar vita ad un pop elettronico di grandissimo interesse. Alla nostalgia evocata dalla componente musicale fa poi eco la componente testuale, nella quale i ricordi e le sensazioni si mescolano come flash improvvisi provenienti da un’altra epoca. La favola notturna di “Temporale” fluisce nelle distanze interstellari di “Cometa”, in una realtà parallela in cui anche l’illusione di “Non dirmi che” si può trasformare nell’estasi di “Amore Cromato”. Le tracce dell’EP si trasformano quindi in una sorta di viaggio astrale, colorando l’immaginario del progetto di azzurro cielo e argento splendente; l’ascoltatore non può che finire catturato, finendo per essere trasportato attraverso galassie impreviste e memorie dimenticate. L’esordio dei Preghiera è quindi la schiacciante dimostrazione di come il revival possa costituire il corpo centrale di un progetto solido, accattivante e – soprattutto – originale.



