Pierfrancesco Nannoni: a proposito di questo nuovo disco di uomini e di vita

C’è una logica nascosta dietro le emozioni, un ordine segreto che solo la musica può rivelare. Il cantautore e autore fiorentino Pierfrancesco Nannoni prova a decifrarlo con “La matematica dell’anima”, un EP che intreccia introspezione e attualità, cercando equilibrio tra disgregazione e armonia. Suoni puliti, semplici, di un disco anacronistico come senza tempo e sempre attuale, brani che diventano frammenti di una formula più grande, quella che unisce il sentire individuale al destino collettivo. E se la canzone diventa una fotografia, allora ogni emozione è un teorema da risolvere.

L’universo come sinfonia di corde vibranti: da qui è doveroso partire per capire il tuo suono?
Per me la musica è una forma di connessione con gli strati più profondi di noi stessi. È in grado di aprire uno spazio interiore dove il suono, l’armonia e la melodia, ti permettono non solo di visualizzare l’Universo ma anche di sentirlo tuo.

Guardando il tuo percorso, dai primi lavori alla ricerca attuale, senti di aver compiuto una rivoluzione o piuttosto un ritorno alle origini?
Una rivoluzione, interiore. C’è una lenta evoluzione nelle varie musiche e brani che ho scritto in questi anni. È un percorso a cui non avrei mai pensato e che non so dove porterà ma è stato tutto molto naturale, un po’ come tornare alle origini.

L’arte, la scienza, la filosofia: tre mondi che spesso viaggiano separati ma che oggi, in questo disco e nel tuo modo di suonarlo, sembrano trovare un’esistenza comune. In fondo forse è così. Pensi che tutto sia uno?
Sì, e penso che ogni cosa influenzi l’altra, con infinite possibilità e combinazioni. Arte, scienza e filosofia sono state coniate dall’ intelletto e dalle nostre abilità ma nessuna esiste per l’Universo, ed è il nostro modo di pensare che fa sì che le riteniamo “vere” universalmente. Le nostre categorie di concetti, secondo me, non sono in grado di descrivere “l’uno”, e qui arrivo alla musica: lasciandosi andare al sentire “l’uno” diventa esperienza viva e presente in noi. Pensando alle nostre categorie, la cosa curiosa che ho riscontrato è che per esempio ripetiamo certi schemi strutturali nella musica e nell’Universo. Per esempio, 12 sono i semitoni della scala temperata e 12 sono le costellazioni zodiacali, 88 sono le costellazioni e 88 sono i tasti del pianoforte, il “centro” tonale nella musica e il “centro” gravitazionale nell’Universo e tantissime altre: sarà un caso?

Dal vivo il prossimo 18 aprile: cosa troveremo e cosa sicuramente possiamo attenderci? Armati di
matematico rispetto o di fantasiosa liberazione?
Dalle antiche civiltà, ai giorni nostri, l’Universo e la Musica conservano indissolubili legami: numeri, sequenze e relazioni rivelano una simmetria del pensiero che si rinnova nelle moderne teorie della fisica. Questo nuovo Concerto per Stelle rappresenta una evoluzione rispetto ai precedenti. Oltre alle analogie che legano universo-musica, abitano delle moderne teorie fisiche, oltre lo spazio-tempo, dove musica e danza svelano parti nascoste delle nostre percezioni. La voce narrante accompagna lo spettatore durante il viaggio in queste molteplici realtà. La musica e la danza sono elementi la cui genesi è insita nell’essere umano ma anche nelle vibrazioni di stringhe infinitesimali, sono il nostro contatto con le multi-dimensioni dell’Universo: “siamo frutto degli atomi che vengono dalle stelle”.

E che questo concerto prenda anche la via di un nuovo disco? Dal vivo magari?
Il nuovo disco è a buon punto e mi auguro di registrarlo anche dal vivo, ma essendo molto complesso ci vorrà un po’ di tempo.

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