Interview – Alberto Nelli
Dopo un periodo di silenzio discografico, il cantautore Alberto Nelli si prepara a tornare sulle scene con un nuovo album in uscita questo inverno. Nell’attesa di scoprire le nuove canzoni, abbiamo avuto l’occasione di incontrarlo e di parlare con lui del suo percorso, delle ispirazioni che animano la sua musica e del processo creativo che ha accompagnato la nascita del suo prossimo lavoro.
La sua voce, intrinsecamente legata anche alla scena musicale di Pisa (infatti è l’autore di “Pisa grande amore”, che nel 2016 ha conquistato il cuore di cittadini e tifosi nerazzurri), torna timidamente in scena indipendente, forse cambiata dalla distribuzione digitale e dalle dinamiche dettate da numeri ed algoritmi, ma che più che mai ha bisogno di tornare alla sincerità musicale di una penna come quella di Alberto Nelli.

Quale domanda avremmo assolutamente dovuto farti, e non ti abbiamo fatto, quale invece la risposta?
Forse la domanda giusta sarebbe stata: “Cosa ti fa continuare a fare musica nonostante sia cambiato tantissimo il mondo della musica, il modo di farla, di promuoverla e tutto il resto, rispetto a quando hai iniziato?”. La risposta è semplice: la passione per la musica stessa, che va oltre gli algoritmi, visualizzazioni, social e nuove logiche di promozione. Il bisogno di raccontarmi e condividere emozioni è più forte di tutto quello che mi circonda. Ogni volta che scrivo una canzone, che entro in studio o salgo su un palco, mi sento vivo. E’ la possibilità di poter comunicare e di emozionare chi ascolta (tanti o pochi che siano), che mi fa andare avanti, nonostante tutto.
Quali sono le tue influenze musicali, c’è qualcosa che assolutamente non ci potremmo aspettare?
Sono cresciuto ascoltando tanta musica cantautoriale e rock, ed è naturale che queste influenze emergano nei suoni e nella produzione del disco. Allo stesso tempo però ogni brano ha una sua identità precisa: è un lavoro in cui ogni canzone ha un sound diverso dall’altra. Si passa dal cantautorato alla musica elettronica, fino a sfumature folk ed indie pop. Quindi forse la cosa “inaspettata” è proprio questa varietà. Un disco che spazia molto, ma che mantiene sempre intatta la mia impronta e quello che considero il mio “marchio di fabbrica”.
Come descriveresti in tre parole il suono e l’atmosfera del tuo ultimo progetto?
Direi intenso, variegato ed autentico. Intenso perché ogni brano porta con sé un’emozione forte, variegato perché il disco attraversa diversi generi e sonorità, e autentico perché in ogni pezzo c’è la mia verità, senza filtri.
La scrittura dei tuoi brani parte da testi, melodie o esperimenti sonori? Puoi raccontarci un po’ del tuo processo creativo?
Di solito parto sempre dalla musica e dalle melodie, mentre i testi arrivano in un secondo momento. Le canzoni nascono quasi sempre in maniera semplice, chitarra e voce. Solo dopo le porto in studio, dove lavoro con i miei produttori di fiducia, Gabriele Guidi o Alex Marton (a seconda della direzione in cui voglio andare). Insieme costruiamo la produzione cercando ogni volta il “vestito” ideale per quel brano. E’ un processo che mi pace molto perché permette alla canzone di crescere in modo naturale, rispettando l’idea iniziale ma arricchendola con nuove sfumature.
Cosa speri che il pubblico percepisca o porti con sé dopo aver ascoltato la tua musica dal vivo o registrata?
Quello che vorrei è che il pubblico percepisca la mia natura, la mia spontaneità. Ogni volta cerco di trasmettere un messaggio sincero, che arrivi in modo naturale e forte al tempo stesso. Spero che chi ascolta, che sia ad un concerto o attraverso un disco, possa portarsi a casa un’emozione autentica, qualcosa che resti. L’obiettivo più grande e forse il più difficile, è che le mie canzoni possano lasciare un segno, anche piccolo, ma capace di rimanere nel cuore delle persone.