Shoegaza (Cosmetic + Chiaroscuro + Edless + Brina)@Arci Bellezza, Milano, 29/09/2025

Premessa doverosa: Tutti (o quantomeno spero tutti) avremmo voluto essere qui con un altro spirito, senza che ci fosse la necessità che sul palco si dovesse ribadire la propria presenza perché nemmeno troppo lontano c’è un genocidio in atto, ma questa è la realtà, come è realtà che tutti i proventi della serata sono stati devoluti a Medici Senza Frontiere, i cui banchetti erano presenti sia all’entrata della Palestra Visconti.


Shoegaza, quindi. Ovvero 4 band italiane sul palco di un locale che mi piace sempre di più, sopratutto dopo un restiling esivo che ha portato – tra le altre cose – un palco più alto e un necessario e meraviglioso impianto di climatizzazione in teatro.

Il concerto è andato sold out in prevendita, il che è indiscutibilmente una gran cosa, ma nonostante il sold out lo spazio è vivibile, e le band si vedono e si sentono bene.

Anzi, a volte i volumi sono perfino alti. Alle 20.45 – puntualissimi – salgono sul palco i Brina, chitarra, basso e batteria, per un set breve, convincente soprattutto sulla parte strumentale. Si sono formati nel 2022 e nel 2024 hanno pubblicato un EP Mormorio d’ombra: i suoni stasera sono cupi e avvolgenti, loro per essere così giovani tengono bene il palco.

Edless


Seguono gli Edless, che per me sono stati la rivelazione della serata e il set che ho preferito. Sono sicuramente più maturi rispetto a chi li ha preceduti (e anche a chi li ha seguiti), e sono quanto di più aderente alla shoegaze che sentiremo stasera. Hanno all’attivo due EP (che ho comprato, con una grafica bellissima) e un album (Editing a dream). Non c’è che dire: mi hanno colpito e stupito anche perché han saputo armonizzare la parte strumentale con un cantato mai sopra le righe. Bravi, bravi, bravi.

I Chiaroscuro, tra i nomi emergenti del panorama shoegaze, hanno invece giocato su dinamiche più cinematiche: una performance intensa, dove la voce sembrava provenire da un’altra stanza, lontana ma necessaria. Il loro approccio minimalista e introspettivo ha ipnotizzato il pubblico, immerso in un ascolto quasi religioso.

Gran finale con i Cosmetic, veterani della scena e padroni assoluti del palco, che probabilme è stato il nome che ha attirato la maggior parte del pubblico. Il loro non è stato propriamente un set shoegaze ma molto di più emo, ha portato un’energia travolgente. Tra delay infiniti e chitarre preponderanti, la band ha ribadito quanto la forma canzone possa convivere con la sperimentazione più radicale. Il pubblico più giovane ha mostrato di apprezzare molto questo approccio, e va bene così.

Cosmetic

Spero – e spero che sia un sentire comune – che queste band possano avere ancora molte occasioni per salire su palchi e dimostrare che le piccole scene underground sono vivissime.

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