Shockini – I Sordi

Ascoltare Shockini dei Sordi significa entrare in un mondo surreale, sospeso tra realtà e ironia, dove ogni brano è un piccolo shock quotidiano raccontato con leggerezza e lucidità. I fratelli Matteo e Riccardo Nicolin, con questo loro primo album ufficiale, costruiscono un universo musicale in cui il groove, l’elettronica, il funk e l’acustico si intrecciano senza mai perdere il filo della narrazione: l’ironia di fondo.

L’album è un racconto frammentario della vita contemporanea: relazioni che cambiano, ansie generazionali, routine che si ripetono. È un mondo a cui non possiamo accedere completamente: lo osserviamo da lontano, ne riconosciamo i contorni, ci identifichiamo in certe situazioni, ma resta sempre un po’ irraggiungibile. È proprio questa distanza a renderlo affascinante, e l’ironia dei testi diventa lo strumento con cui i Sordi ci permettono di osservarlo senza sentirci sopraffatti.

Per certi versi, i Sordi ricordano Elio e le Storie Tese, soprattutto per quel senso di ironia costante e intelligente che attraversa i brani. Come Elio, anche loro mescolano comicità e osservazione sociale, creando giochi di parole e situazioni assurde che fanno sorridere ma stimolano la riflessione. La differenza sta nel tono: mentre Elio spesso puntava su gag e virtuosismi da palco, nei Sordi l’umorismo è più sottile, integrato nell’universo sonoro del disco e funziona come collante emotivo e concettuale.

Musicalmente, l’album sfugge a una forma unica. Ogni traccia prende una direzione diversa, dall’elettronica al funk, dall’acustico al groove più sporco, ma l’unità c’è: non nei confini stilistici, ma nel modo in cui parole e musica dialogano, nel senso di osservazione attenta e ironica della realtà. Pezzi brevi e frammentari si alternano a brani più estesi, creando una dinamica che tiene vivo l’ascolto e accompagna l’osservazione di questo mondo distante.

Shockini è un debutto coraggioso: un lavoro che non cerca la perfezione tecnica o l’hit immediata, ma punta a raccontare qualcosa, a costruire un universo coerente con la propria visione. È un disco che si ascolta e si contempla, che fa sorridere e riflettere, e che ci lascia sempre un passo fuori dalla porta di un mondo che, per quanto familiare, non possiamo mai abitare del tutto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *