Maurizio Chi – Due
GENERE: pop, songwriting.
PROTAGONISTI: Maurizio Chi, nato a Catania nel 1983 e attualmente di stanza in Veneto. Ha vinto Area Sanremo nel 2011 e, più recentemente, il concorso di canzoni Genova Per Voi, grazie al quale verrà messo sotto contratto come autore da Universal Music Publishing.
SEGNI PARTICOLARI: disco di debutto per l’autore siciliano, prodotto artisticamente da Placido Salamone (Adriano Celentano, Ornella Vanoni, Arisa, Giovanni Caccamo, Debora Iurato).
INGREDIENTI: a leggere le note di cui sopra, verrebbe da chiedersi cosa ci faccia un disco del genere all’interno di un sito il cui nome è caratterizzato dalla parola “indie”. Effettivamente, di indie qui non c’è nulla, però c’è la voglia di realizzare canzoni di qualità e di personalità, che sappiano colpire l’ascoltatore indipendentemente dai suoi gusti. C’è tanta varietà innanzitutto, e la si può cogliere già dalle prime tre canzoni: la title track morbida e apparentemente rilassata, nella quale comunque si notano chiaramente le tensioni che caratterizzeranno tutto il lavoro e che non sono ancora totalmente esplose; una Firenze Mon Amour che è quasi una bossa, con suoni semiacustici e il ritmo in controtempo rispetto alla melodia vocale; una Nudo che invece vira verso il rock, non lo abbraccia completamente ma ci flirta con chiarezza. C’è una voce molto caratteristica e caratterizzante, aspra, robusta, che sa ammorbidirsi senza snaturarsi, che ha un ventaglio espressivo piuttosto ampio e sa adattarsi perfettamente ai diversi registri sonori e stilistici delle canzoni senza perdere quel tocco decisamente personale. Ci sono melodie che sanno subito catturare l’attenzione dell’ascoltatore, con lo stile compositivo che, come la voce, sa adattarsi ogni volta alle scelte sonore e si capisce che comunque è tutto frutto della stessa penna. Ci sono i testi, che raccontano senza giri di parole le difficoltà dell’amore e della convivenza, in quel sottile equilibrio tra condivisione e difficoltà. Da notare che Maurizio non si fa assolutamente problemi a far notare che le canzoni sono dedicate a un uomo, inserendo tranquillamente aggettivi e sostantivi di genere maschile.
DENSITÀ DI QUALITÀ: si sarà quindi capito che questo disco non è indie ma è bellissimo e noi lo recensiamo in quanto tale. L’eclettismo di Maurizio è invidiabile soprattutto perché il disco non suona come un collage di idee messe semplicemente uno a fianco all’altra, ma ogni elemento è chiaramente parte di un disegno più ampio. Grazie a questa importante caratteristica, e alla qualità di base dei singoli elementi, sarà facile per l’ascoltatore farsi rapire da queste canzoni e continuare ad ascoltarle con attenzione e coinvolgimento. Per quanto riguarda i testi, i riferimenti maschili sono certamente una particolarità, ma il motivo per il quale piacciono è che sono belli, sentiti, capaci di associare un linguaggio di profilo medio-alto a uno spietato realismo. Questo è un disco che merita di non passare inosservato, perché chiunque gli darà una possibilità, ne sarà quasi certamente colpito in modo particolare.
VELOCITÀ: varia ma tendenzialmente media.
IL TESTO: “Questo è un passaggio obbligatorio di ogni relazione, per cui ogni amore o gioia viene messa in discussione, e cambieremo ancora, e ancora questa è un’occasione, prova a pensarci, non è troppo tardi” da Al Posto Mio. Si parla di come si possa quasi sfruttare un tradimento per solidificare la relazione di coppia, anziché lasciarla andare senza provarci.
LA DICHIARAZIONE: ““Con queste canzoni vorrei offrire un nuovo punto di vista sull’amore intriso di pregi e difetti, raccontando una coppia esattamente come farebbe chiunque altro, a prescindere dal suo orientamento sessuale, quando è innamorato e per parlare d’amore si riferisce al proprio compagno o alla propria compagna. È quello che faccio io, con totale naturalezza. Non potrei fare diversamente.””.

