Interview: Michele Montagano, titolare della V4V Records
Prima di presentare quest’intervista, vi chiediamo di focalizzare la vostra attenzione su gruppi come Albedo, Bruuno, And So Your Life Is Ruined, Majakovich o Nient’Altro Che Macerie (giusto per fare alcuni nomi): la cosa che accomuna queste band, oltre all’ottima proposta musicale, è l’appartenenza alla grande famiglia della V4V Records. Qualità sonora, attenzione e massima cura nella confezione, edizioni litate di pregio, rimandi sonori agli anni ’90 inde-emo che emozionano e conquistano: la carta d’identità di ques’etichetta si può fregiare di segni distintivi assolutamente preziosi e di tutto rispetto. Mentre attendiamo con impazienza la nuova uscita già annunciata, ovvero l’album de Le Sacerdotesse Dell’ Isola Del Piacere, abbiamo (ben) pensato di scambiare due chiacchiere via mail con il boss fondatore di V4V Records (ma sappiate che per sè stesso ha coniato anche le definizioni “lottatore di mulini a vento o scialacquatore di tempo e risorse o dispensatore di musica indieperdente”) Michele Montagano, che ci ha raccontato un po’ di cosette…
Quanto lavoro richiede gestire un’etichetta come la vostra?
Per come considero l’attività di un’etichetta del 2016 direi che il lavoro da svolgere è tanto, vario e doveroso. Bisogna preparare il campo all’uscita, creare la giusta attesa e interesse, curare i social e tutte quelle attenzioni necessarie a fare determinati passi nel marasma di musica pubblicata quotidianamente. Senza parlare dell’eventuale pre-produzione e produzione di un disco. Direi che il lavoro è molto e intenso ma con la giusta passione e collaborazione si svolge alla grande.
Immagino che i momenti “belli” siano stati tanti, ma c’è mai stato un momento “brutto” che quasi quasi vi ha fatto venir voglia di mollare tutto?
In realtà settimanalmente c’è sempre un qualcosa che ti fa venir voglia di mollare tutto. Di episodi specifici non saprei dirti però a volte è davvero dura considerando che l’impegno e lo sbatti quotidiano è davvero tanto seppur ci si riferisce quasi sempre ad una fetta di pubblico di nicchia che cresce con molta lentezza. Penso che ti rompi le palle sempre ma mai davvero. Sicuramente sarebbe più semplice vivere facendo qualcosa che non ti piace ma che ti dia una certezza economica ma d’altro canto è anche giusto che ad un certo punto di un percorso arrivino anche soddisfazioni maggiori delle pacche sulle spalle. In generale però non mi lamento affatto essendo davvero una new entry nell’ambiente (V4V esiste da appena 3 anni) e pensando di avere ancora molta strada da fare.
Credo che i demo che vi arrivino siano un buon numero. La cosa mi interessa perchè, ascoltando così tante novità ci potete anche dire com’è secondo voi la situazione (almeno nel vostro genere di riferimento) in Italia…
I demo e le varie produzioni che ci arrivano sono tutte tendenti all’emo, hardcore emozionale, screamo ma anche post-punk, post-rock e pop, perchè no. Quel che posso dirti è che la tendenza oramai più in voga si divide tra emuli del filone screamo Ebullition (quando ti va bene insomma) e poi Raein, La Quiete, fino a passare al più recente FBYC, Gazebo Penguins, Fask etc. Diciamo che a livello di qualità potremmo anche esserci ma spesso non si trova un MOTIVO per il quale una band dovrebbe imporsi o anche solo fare bene maggiormente rispetto ad un altra. Fortunatamente le mail di cantautori son forse il 5% di quelle che mi giungono anche perchè credo che a livello comunicativo molto se non quasi tutto sia già stato detto anche solo negli ultimi 10 anni ed emergere in questo ambito sia ancora più difficile in quanto la forza comunicativa deve essere ancora più genuina e personale.
L’aspetto grafico è decisamente importante per voi: l’occhio non manca mai di avere la sua parte. E poi ci sono le limited edition che fanno sempre gola. L’artwork è sempre fatto insieme alla band o vi danno carta bianca?
Dipende. Spesso la band arriva con l’artwork già pronto che è una delle prime cose che, in genere, giudico di un lavoro. Se una copertina è ben realizzata, suggestiva, originale e ti invoglia ad ascoltare il disco perchè già a livello visivo ti ispira qualità e interesse, penso che come gruppo già prendi punti in partenza. Generalmente seguo assieme alle band il discorso grafiche, spesso le aiuto a trovare idee e illustratori coi quali collaborare. Ce ne sono davvero tanti e decisamente bravissimi! Ad esempio, la nostra prima produzione, Lezioni di Anatomia degli Albedo, che a livello grafico penso sia una delle migliori che abbiamo fatto, è stata seguita pari passo da V4V, la band e l’illustratrice Alessandra De Santis aka Erbalupina, Nova e non so se domani cambia ancora nome d’arte. Comunque spacca, contattatela. L’artwork di Hai Mai Visto l’Alba? De Gli Ebrei è stato realizzata da Marco Taddei in due ore di una serata autunnale delle quali una l’abbiamo passata a scorrere foto analogiche sul suo hardisk fino a quando una di queste non ci ha suggestionato e abbiamo capito che era lei. Passata alla band anche loro hanno detto “é lei!” Insomma penso che l’aspetto grafico sia importantissimo, qualcosa che resta da sempre nell’immaginario e rappresenta per intero un’uscita discografica. È la prima cosa che vedi e quella che ti rimane anche più impressa. Per le limited edition ti dico sinceramente che un po’ si fanno per esigenza (è inutile stampare diecimila copie di un disco che poi magari ti rimane come sottobicchiere), un po’ perchè è importantissimo dare un oggetto che sia bello e importante nel suo insieme. Comprare dischi fisici, oggi, per come la vedo io, è l’ultimo atto estremo di supporto di una band. È molto più facile che le persone acquistino musica liquida, sopratutto le nuove generazioni che non staccano mai gli occhi dal Black Mirror.
Un’etichetta discografica come la vostra come si pone di fronte ai vari siti di fundrising? Sono realtà che possono convivere bene?
NO COMMENT.
Un po’ di tempo fa andava di moda la parola “emo-rinascita”: giustificata o meno, alcune vostre uscite richiamano decisamente gli anni ’90. Soffermandoci su quelli, cosa vi è rimasto impresso di più di quegli anni (a livello musicale e non solo)?
Ah! Che bella domanda! Non posso dire di aver vissuto gli anni ’90 come tante generazioni antecedenti alla mia essendo nato nel’88, però quegli anni sono ugualmente fortissimi nel mio immaginario. Ricordo ancora in macchina a cinque, sei anni, quando mio padre metteva delle cassette compilation con Buffalo Tom, Neil Young, Pearl Jam, Nirvana, God Machine e tanti altri. Quella musica mi è rimasta molto impressa, erano gli anni della spensieratezza, della fanciullezza, non c’era internet e il tuo immaginario veniva inondato quotidianamente da cose che oggi mi sento di considerare bellissime. Penso ai Gremlins, ai Goonies, i film di Natale e quelli dell’orrore che vedevi di nascosto e morivi di paura, le micromachines, Mighty Max, ecc…Penso ai programmi di Mtv come Beavis & Butthead, i video musicali, le VHS ecc… Sono sempre stato attratto dalle cose di pancia e viscerali durante la mia crescita musicale. Ricordo alle superiori tutti in fissa e a fare a gara su quale chitarrista fosse il più tecnico e figo e io quando dicevo di ascoltare della roba di impronta decisamente diversa rimanevo sempre emarginato. “Ma questi non sanno suonare per niente. Ma come canta questo?!” E cose così. Forse è anche per questo che faccio musica un po’ da disagiati, outsider e presi male.
Fino ad adesso quanti dischi avete pubblicato? C’è un bestseller (permettimi questo termine)?
Abbiamo pubblicato tra co-produzioni, cordate e pubblicazioni esclusive V4V, una trentina di dischi. Facendo tirature relativamente basse posso dirti che più o meno tutti i dischi vanno sold out quasi sempre nella loro prima stampa. Non è interessante per me parlare di bestseller o dati di vendita quanto più di fidelizzazione del pubblico nei confronti di una label e del suo roster. Questa cosa la sento forte come il fatto che moltissime nuove generazioni si stiano avvicinando a determinati tipi di sonorità. Un aneddoto molto simpatico, ultimamente, mi è stato raccontato da Giacomo dei Futbolin che, durante una delle loro prime date in Puglia, è stato avvicinato da dei ragazzini che gli hanno detto che hanno iniziato a suonare facendo loro cover e prendendoli come punto di riferimento. Beh questo è molto lusinghiero se si pensa che è una band nata da poco più di un anno con un solo EP pubblicato da meno di 12 mesi!
In Italia siate sicuramente conosciuti, mi chiedevo se anche dall’estero vi arrivano feedback positivi…
Un po’ di acquisti e feedback dall’estero arrivano. Se guardo le statistiche degli store posso dirti che il pubblico straniero europeo e non è circa il 10% del totale. Direi che ci sta concentrandoci prevalentemente sulla penisola a livello di promo.
Un gruppo non “vostro” che vorreste fosse della vostra scuderia e perchè…
Non saprei davvero dirti così due piedi. Una volta mi sarebbe piaciuto tantissimo avere i Bonjour Machines (https://bonjourmachines.bandcamp.com/album/level-up) che erano degli sbarbi di Tel Aviv che suonavano davvero in modo eclatante considerando che avevano appena 15 anni! Sui gruppi della nostra penisola bene o male son riuscito a collaborare con tutti coloro che mi interessava marchiare con V4V.
Progetti per il futuro e, ovviamente, un brano dalla vostra discografia con cui si potrebbe chiudere la chiacchierata…
Per il futuro cercheremo al solito di allargare il roster con uscite di qualità sempre superiore. Cerchiamo il nuovo e il giovane ma non solo. Come dicevo prima, cerchiamo il MOTIVO: il senso che vi è dietro un impegno fatto di tempo e denaro, un senso che parte da quella che considero anche la giusta attitudine al tutto, ossia, zero superbia, molta modestia, riconoscenza e serietà. A settembre usciremo col secondo disco de la band hard-psych piacentina Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere, un concept album a tema sogni, incubi con sonorità tanto care ai fan dell’underground nineties e parole rubate ai libri. Uscirà in vinile e cd grazie anche al supporto di Cloudhead Records e penso che sia una discreta bombetta. Poi sempre in autunno qualcosa di totalmente inedito per V4V, One Glass Eye aka Francesco Galavotti, giò voce e chitarra dei Cabrera. Un disco intimo che più non si può di sola chitarra e voce (forse si affaccia un glockenspiel a volte). Per fine anno-anno nuovo speriamo invece di strabiliarvi con i giovanissimi GOMMA già in questi giorni al lavoro sul loro album d’esordio che promette di essere uno dei più attesi a venire. Intanto se volete dare un’occhiata allo store e a tutte le cose in free download, male non fa.
Visto che spesso la musica mi fa paura vi lascio con Paura di Tutto de Le Sacerdotesse: