Interview – CASPIO

Esce giovedì 30 maggio 2024, “QUESTA SERA” (in distribuzione Believe Music Italia), il nuovo singolo di CASPIO. Un brano quasi punk rock e upbeat. Così presi dalle cose superflue da dimenticarci delle persone, “QUESTA SERA” ci ricorda quanto di poco umano ci sia rimasto. CASPIO ci invita ad avere il coraggio di dimenticare, almeno per una sera, cosa dobbiamo fare domani, di non avere paura del futuro, di scrollarci di dosso tutto il superfluo per sentirci, ancora una volta, vivi. Quindi, questa sera, facciamo finta che nulla possa farci male e riempiamo il vuoto con qualcosa che valga davvero.

QUESTA SERA” è il secondo brano estratto dal prossimo album di CASPIO in uscita nell’autunno/inverno del 2024, artista che gioca con le maiuscole e le minuscole, che si racconta e non ha paura di non piacere. Lo abbiamo intervistato!

  1. Ti avevamo lasciato con tutt’altre sonorità, e con un disco nel 2021 dal titolo “fugit”. Come sei passato da “caspio” minuscolo a CASPIO maiuscolo?

Il “caspio” minuscolo lavorava con le cose piccole, minuteria, circuiti. Il “CASPIO” maiuscolo è tornato alle sue origini e fa la musica che fa un po’ di casino, che urla. In caps-lock, per l’appunto.

  1. “Questa sera” è il tuo nuovo singolo, un brano che viene definito “quasi punk rock”. Che cosa può essere punk nel 2024?

Punk è -e sarà sempre- uscire dagli schemi, non essere e non fare come la maggior parte della gente, non seguire le regole del mercato, cercare di essere liberi di fare tutto quello, musica compresa, che davvero si vuole.

  1. Qual è invece il tuo rapporto con i propositi e le “cose da fare”? Questo brano, che è un invito a dimenticare almeno per una sera, ciò che dobbiamo fare, lo hai scritto anche come un reminder per te stesso?

Sono una persona estremamente organizzata. Solitamente ciò che ho da fare – e come devo farlo – ce l’ho già in mente molto tempo prima. Forse mi farebbe bene essere meno ligio al calendario, ma è la dimensione che mi permette di fare tutto quello che ho da fare e poter, a quel punto, avere propositi e obiettivi.

  1. Trieste è una città di confine che ha influenzato numerosissimi artisti, Italo Svevo tra tutti. Come pensi ti abbia influenzato? 

Le città di confine sono piene di contraddizioni. La loro ricchezza sta nella diversità, il loro svantaggio nell’isolamento. Trieste, in particolare, ha una dimensione talvolta confidenziale e ristretta, talvolta quasi fastidiosamente carioca. È controversa, ti fa diventare matto.

Zeno, infatti, è il personaggio di Svevo intento a gestire le proprie nevrosi…tra una sigaretta e l’altra, in effetti, potrebbe essere l’ascoltatore perfetto della mia musica.

  1. Quale domanda avrei assolutamente dovuto farti oggi, e invece non ti ho fatto? Quale invece la risposta?

Vale la pena resistere in un ambiente così complicato e continuare a provare ad arrivare agli altri attraverso la musica? Sì, se SUONARE (in maiuscolo) è tutto ciò che conta.

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