Uochi Toki – Libro Audio

GENERE: hip-hop.

PROTAGONISTI: Matteo ‘Napo’ Palma (voce), Riccardo ‘Rico’ Gamondi (basi).

SEGNI PARTICOLARI: quinto disco per gli alessandrini Uochi Toki, il primo per La Tempesta. Il loro è un percorso che nasce dagli eccessi noisy di Vocapatch e del successivo album omonimo (che conta ben 81 tracce) per poi tentare una normalizzazione (leggera, a dire il vero) con Laze Biose. E’ invece del 2007 il concept su una serata in discoteca realizzato per la Wallace insieme agli Eterea Postbong Band.

INGREDIENTI: Napo è un rapper strano. E’ uno che ama la strada ma anche la letteratura, uno che preferisce parlare di case piuttosto che di macchine. Costruisce e con la stessa velocità demolisce canzoni imbastite con la prosa del racconto breve. Parte dal proprio mondo, quel mondo fatto di fonici, batteristi e pubblico distratto che Laze Biose aveva descritto e colpito con sincera brutalità, per poi affrontare ironicamente temi di interesse più largo e condiviso. Un immaginario più che personale, che gira alla larga dalle ruffianate generazionali, anzi spesso non risparmia termini tecnici, particolarismi e meticolosità chirurgiche, e sembra quasi che si voglia descrivere la realtà partendo dall’analisi dei suoi elementi chimici. Ma in ‘Libro Audio‘ si va oltre, si fa un passo avanti rispetto agli episodi precedenti; si supera la ridicolizzazione della scena così come il gioco del ribaltare gli stilemi gangsta. La scrittura si è raffinata e ci presenta una galleria di figure (sub)umane, alcune pescate dalla memoria altre dalla fantasia: uno zibaldone in spoken word che aggiunge all’intensità del diario un distacco cinico-clinico. In questo spicciolo processo di autoanalisi vengono fuori frammenti rovistati tra il lessico familiare e si intrecciano ad altri provenienti da dischi o letture, disegnando una geografia emotiva complessa e a tratti autistica dove si passa con leggerezza da Van Gogh a Internet, dalla Resistenza all’economia domestica. E’ un album a più livelli, un videogioco ad 8 bit dalla grafica essenziale il cui mostro finale (‘La Bestia‘, appunto) è particolarmente temibile. Le immagini a due dimensioni, sia in versione Tekken (‘Lo Spadaccino‘) sia nelle forme geometriche di Abbott (“Quando ascolto certi pezzi di elettronica vedo Flatlandia”), sembrano piuttosto care a Napo, quasi come se la mancanza di spessore delle sue visioni fosse il riflesso della stessa carenza riscontrata nel mondo reale (viene in mente a questo proposito Dargen D’Amico, un altro che ha sempre cercato di dare una maggiore profondità al genere, quando parla di “rap bidimensionale col peso delle collane che tieni al livello del mare”). E nonostante le liriche abbiano una posizione volutamente prioritaria sono le basi a sostenere e arricchire la narrazione. Beat più curati del passato, meno esplosioni di rumor bianco, meno fiammate hardcore, rimane il solito nervosismo spezzato e antitecnologico. E’ una proposta che affascina rimanendo indecifrabile, quella degli Uochi Toki; ed è difficile trovare riferimenti oltreoceano. Si possono citare Anticon, Aesop Rock, gli industrialismi Techno Animal senza avvicinarci più di tanto.

DENSITÀ DI QUALITÀ: due parti. La prima descrive storie vicine, situazioni che con poca approssimazione sembrano appartenere alla vita quotidiana della posse. Vengono qui tirati in ballo major, soldi, lavori più o meno stabili. Quando a questo schema si aggiungono stralci di ricordi o racconti di famiglia (‘Il Nonno, Il Bisnonno‘) si ottengo i risultati migliori. Come ‘Il Ballerino‘ che rima le turbe adolescenziali su una base sporca. ‘L’Osservatore‘, con i suoi 10 minuti di tetri battiti, sega in due il disco introducendo la seconda metà, nella quale i personaggi perdono i contorni umani per trasformarsi in fumetti “ti sarà sempre più difficile separare il piano immaginario da quello pratico, quindi fai in modo che si permeino che si permutino che collassino”. Ed eccoli questi prodotti della fervida mente di Napo: ‘Il Ladro‘, che si appoggia su un beat martellante e invasivo, ‘Il Piromane‘, che procede a passi sghembi, per poi passare attraverso le putrefazioni de ‘Il Necromante‘ fino alle raggelanti pulsazioni de ‘La Bestia‘.

VELOCITÀ: forsennata. Dodici arringhe impetuose con molte parole e pochissime virgole.

IL TESTO: “Io e il mio compare ci spariamo in vena le teorie keynesiane, inaliamo la disperazione del crack del ’29. Dammi 300 euro di stipendio fisso al mese e diminuisco sensibilmente le mie pretese” da ‘I Mangiatori Di Patate‘.

IL SITO: ‘Myspace.com/uochitoki’.

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