Spartiti – Austerità
GENERE: post-rock narrato
PROTAGONISTI: Jukka Reverberi e Max Collini.
SEGNI PARTICOLARI: album di debutto per questo progetto di due veterani della musica indipendente italiana.
INGREDIENTI: questi brani mettono assieme gli stili di due autori che, nei loro rispettivi campi, hanno spesso brillato per fantasia e verve. Si sentono in modo molto evidente, quindi, sia la voglia di spaziare nell’ambito post-rock di Jukka Reverberi, che il realismo misto a ironia amara delle parole e del tono di voce di Max Collini. Collini utilizza anche scritti non propri, prendendo stralci di Paolo Nori, Simone Lenzi e Simona Vinci. C’è molta varietà anche nel tono delle storie contenute nei testi e non è azzardato dire che questo disco contiene i momenti sia di maggior ilarità che di altrettanta tristezza di tutto il repertorio colliniano. Il suono, invece, porta con sé quel tocco umbratile che ha sempre caratterizzato lo stile di Reverberi.
DENSITÀ DI QUALITÀ: due artisti che sono sempre stati in grado di realizzare opere molto evocative, hanno saputo unire le forze e darsi a vicenda una nuova linfa creativa per andare oltre quello che è sempre stato l’unico vero limite di Collini e che a un certo punto era diventato un problema anche per Reverberi, ovvero la scarsa capacità di rinnovare il proprio stile nel corso del tempo. Qui, il suono ha la capacità di rielaborare con efficacia i canoni del genere di riferimento in chiave moderna, intrigante e scorrevole; la narrazione, da parte sua, ha sempre il lessico perfetto per guardare al passato con il giusto equilibrio tra lo scherno per certi evidenti errori di prospettiva e il rispetto per ciò che, invece, stava andando dalla parte giusta e che purtroppo si è poi arenato. L’unione tra le due forze concretizza storie estremamente coinvolgenti e si rivela perfetta la scelta del duo di strutturare abbinamenti “per assonanza” nelle storie introspettive e cupe e “per contrasto” in quelle portate a stampare un sorriso sulla faccia di chi ascolta. Questo è il classico progetto nel quale il valore complessivo è superiore a un’ipotetica somma delle singole parti.
VELOCITÀ: quasi sempre bassa, in realtà, questo aspetto in un’opera del genere è evidentemente secondario.
IL TESTO: “ore 17,30: attacco armato ad una chiesa a scelta con: a) impiccagione del parroco; b) uccisione di 25/30 contadini; c) scavo di fosse comuni capienti” questa parte del sedicente programma del plenum supremo della gioventù rivoluzionaria d’Italia, raccontato in Sendero Luminoso fa indubbiamente molto ridere.
LA DICHIARAZIONE:“ Quando sento nominare il termine nostalgia riferito ai testi che scrivo o che scelgo (se sono di altri autori) tendenzialmente metto mano alla pistola” Max Collini a Rockit