Porcelain Raft – Microclimate
GENERE: electronic pop, dream pop, songwriting.
PROTAGONISTI: Porcelain Raft è il moniker del producer italiano Mauro Remiddi, originario di Roma ma trasferitosi dapprima a Londra, poi a New York ed infine a Los Angeles, dove attualmente vive.
SEGNI PARTICOLARI: Microclimate è il terzo album di Porcelain Raft, pubblicato negli Stati Uniti dalla sua etichetta discografica personale, ovvero la Volcanic Field, mentre la stampa in CD è distribuita solamente in Italia dalla Factory Flaws.
INGREDIENTI: il nuovo album di Porcelain Raft è composto da dodici canzoni che rappresentano le tappe principali di un recente viaggio di cui forniscono delle fotografie estremamente dettagliate illustrando i luoghi esotici e paradisiaci visitati dal musicista, tra cui le Barbados, l’isola indonesiana di Bali e la regione del Big Sur in California. Il brano iniziale, The Earth Before Us, si insinua nelle orecchie dell’ascoltatore come un lieve sussurro che lo induce a chiudere gli occhi, lasciandosi trasportare dalle visioni suggerite dal testo della canzone; un flusso di pensieri, emozioni e sensazioni che sgorgano come una cascata, sfociando infine nel brano di chiusura, A Fever That I Know, che conclude il percorso riflessivo. Il tema del viaggio si riscontra specialmente in una delle canzoni più struggenti del disco, Rolling Over, che esprime il bisogno disperato di continuare a vagare ininterrottamente, senza una direzione o meta prestabilita. L’atmosfera che si respira ascoltando l’intero album è pregna di nuovi profumi, colori e sapori che, pur provenendo da lontano, stabiliscono una connessione diretta tra la natura e l’uomo, il quale è chiamato a contemplare i paesaggi immaginari che prendono forma nella sua mente, stimolando il desiderio di viaggiare, ma anche di esplorare le profondità del proprio mondo interiore allo scopo di trarne le ricchezze più preziose.
DENSITÀ DI QUALITÀ: Microclimate è un album i cui testi ricchi di suggestioni visive accompagnati da melodie vivide e cristalline sono in grado di far viaggiare l’immaginazione dell’ascoltatore, proiettandolo in una dimensione in cui realtà e fantasia si combinano, dando vita ad un vero e proprio sogno ad occhi aperti; un viaggio nel cuore della natura selvaggia ed incontaminata, intesa anche come la componente primordiale del nostro essere. La stessa natura che affonda le sue radici in profondità ancorandosi saldamente al terreno, contrapponendosi perciò al desiderio umano di vagare incessantemente alla ricerca di un momento di placida serenità.
VELOCITÀ: le dodici canzoni dell’album scorrono veloci, riproducendo il flusso ininterrotto dei pensieri dell’artista e descrivendo le visioni scaturite dal suo lontano viaggio, dove il momento di maggior tensione narrativa si concentra nei minuti che compongono Accelerating Curve, ovvero uno dei brani più movimentati dell’intero disco.
IL TESTO: “One day your vision will reach your painter’s eye / The colors in the distance will finally arrive / To turn your mind into the greatest view” da The Greatest View.
LA DICHIARAZIONE: “Ho sempre vissuto in città dove tutto viene creato dagli umani per isolarsi ed allontanarsi dalla natura; una cosa pericolosa. La sensazione che ho provato nelle Barbados, in alcune parti di Bali e a Big Sur quando ho visitato quei luoghi è di appartenenza. Per la prima volta a 44 anni mi sentivo come se fossi parte di essi. Dopo aver sempre guardato alla natura con un certo distacco, stavo finalmente connettendomi ad essa”.