Sin/Cos-Parallelograms
PROTAGONISTI: Maolo Torreggiani e Vittorio Marchetti (Altre Di B, Obagevi, osc2x).
SEGNI PARTICOLARI: questa è la terza vita artistica per il bolognese Maolo Torreggiani, dopo i due album con i My Awesome Mixtape e quello con i Quakers And Mormons. Il disco vede la co-
produzione di Lorenzo Nada aka Godblesscomputers; in due brani (‘Armanian‘ e ‘Dropping‘) è presente la voce di Laura Loriga (Mimes of Wine).
INGREDIENTI: dopo l’alt-pop di grande impatto dei My Awesome Mixtape e l’hip hop scuro dei Quakers And Mormons, Torreggiani torna alla melodia e alla forma canzone ma portandosi comunque con sÀ certi riferimenti del progetto precedente, non solo perchÀ in alcuni episodi il pop si alterna con la black music. C’è, infatti, un certo sentore claustrofobico, dato dall’ampio uso del vocoder, da ritmiche cupe e volutamente fredde e da un suono che sembra quasi voler rimarcare il suo carattere digitale. Inoltre, già le melodie dei My Awesome Mixtape non erano quasi mai della tipologia “cantabili sotto la doccia” e anche qui risultano definite e di facile ascolto ma ancora meno ammiccanti. Il suono non è certo all’ultima moda, come dicevamo dà l’impressione di mancare volutamente di calore e di sfumature e l’idea stilistica alla base di tutto sembra essere quella di far sì che le linee di synth, la voce e la parte ritmica presi singolarmente appaiano imperfetti e che sia solo sul fascino vintage delle interazioni tra questi elementi che si voglia puntare.
DENSITA’ DI QUALITA’: in un momento storico come questo, ‘Parallelograms’ è una piacevole eccezione alle regole del gioco dominanti. Tutte le uscite o quasi, infatti, si dividono tra quelle in cui si cerca la completa perfezione sonora e quelle nelle quali il carattere lo fi comporta proprio la rinuncia a ogni ricerca musicale. Qui, invece, accanto al lo fi, la ricerca c’è eccome e da tutti i punti di vista. C’è molta attenzione nel dare a tutte le melodie il carattere specificato sopra facendo in modo che ognuna di esse non appaia mai uguale a nessuna delle altre; c’è un lavoro dettagliatissimo sulla sezione ritmica; c’è voglia di mescolare la componente pop e quella black in modo sempre diverso tale da proporre ogni volta sensazioni diverse. àˆ un disco nel quale momenti decisamente terreni pieni di rabbia e ansia convivono gomito a gomito con momenti eterei e introspettivi. àˆ un disco capace di rappresentare appieno come un artista possa viaggiare nel tempo tra diverse influenze e poi trovare la capacità di metterle tutte assieme senza creare un minestrone ma realizzando invece una proposta fortemente personale e riconoscibile.
VELOCITA’: si parte forte, poi nel corso del disco ci sono continui saliscendi.
IL TESTO: “I’m afraid it’s over, there’s nothing we should have done“ da ‘Colours‘. Parole semplicissime ma perfette per rappresentare l’improvviso manifestarsi della realtà in un momento in cui ci si sente quasi in un’atmosfera ovattata da sogno, che è l’idea musicale su cui si regge la canzone.
LA DICHIARAZIONE: “àˆ nella complicata geometria di un rapporto intimo e personale che si scopre la sua più alta forma di bellezza, ed è proprio su questi piccoli “punti” che si chiudono le linee portanti dell’album “ dalla cartella stampa.
UN ASSAGGIO: ‘Epilogue’
IL SITO: ‘Facebook.com/SinCos‘