One Dimensional Man – You Don’t Exist

ETICHETTA: La Tempesta International

GENERE: Post Hardcore, Rock Noise

PROTAGONISTI: Gli ONE DIMENSIONAL MAN è il power rock trio attivo dal 1995
composto da Franz Valente (batteria), Pierpaolo Capovilla (basso e voce) e Carlo Veneziano (chitarre).

SEGNI PARTICOLARI: dopo sette anni di silenzio, il power trio ritorna sulla scena con You Don’t Exist’, un album di un undici tracce eteuna formazione leggermente modificaca. Il nuovo album è stato registrato e mixato da Federico Grella e dalla band stessa presso i Dirty Sound Studio di Verona, e masterizzato da Tommaso Benedetto agli YourOhm Studio B di Pordenone. L’artwork è stato curato da Michele Bubacco.

INGREDIENTI: You don’texit è un disco che ti spacca i timpani. Un pugno diretto allo stomaco, un suono grezzo e sporco in cui il Noise di stampo inglese spadroneggia. Le chitarre stridenti, come felini aggressivi e affamati si scontrano all’ultimo sangue su di un ring fatto di sangue e sudore costruito dal suono martellante, adrenalinico ed esplosivo dalla batteria di Valente. Uno scontro in cui a morire è la melodia a favore del puro Post Hardcore. Le rincorse elettriche, gli spasmi nevrotici, il tutto innaffiato dalla intransigente voce di Capovilla, che rispolverata una rinnovata violenza verbale, riporta in auge il suono primigeno del gruppo.

DENSITÀ DI QUALITÀ: sono passati sette anni dal precedente A better Man e in questo nuovo capitolo del gruppo si sente forte il sodalizio musicale tra Capovilla e Valente, andando a creare una sentita connessione con l’ultimo lavoro del Teatro Degli Orrori, non solo sul lato dei suoni, ma anche sugli aspetti contenutistici. You Don’t Exist infatti parla dell’oscurità in cui naviga la società contemporanea, con la consueta attenzione al sociale e la proverbiale spietatezza narrativa che caratterizza i testi di Pierpaolo. Le ansie quotidiane sono lame affilate ed indignate, sparate con decisione e tracotanza, con l’obiettivo di affettare l’ascoltatore, svegliandolo da suo torpore. Un disco che non vuole piacere, che elude qualsiasi tipo di compromesso sia sul piano del suono, sia su quello del contenuto, che per questo motivo risuona potente e genuino.

VELOCITÀ: massima, non ci sono pause che, il ritmo e la velocità sono sempre super sostenute ad eccezione di una ballad.

IL TESTO:“sometimes you find yourself, In the Middle of the storm”da In The Middle Of The Storm..

LA DICHIARAZIONE: “Undici canzoni, dieci delle quali violente e corrosive, come è nella nostra cifra stilistica, e soltanto una ballata, triste e sconsolata.” Da intervista a Rolling Stone.

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