Omake – Columns
PROTAGONISTI: Francesco Caprai, in arte Omake
GENERE: darkwave/elettronica
SEGNI PARTICOLARI: album d’esordio per Omake, cantautore pisano con un passato da bassista punk, nonché fondatore del progetto Neanderthal per la diffusione della musica emergente. Columns esce il 12 Febbraio 2015 per la Sherpa Records, in collaborazione con Davide Barbafiera, Tommaso Tanzini e Andrea del Bravo. In due brani la collaborazione di Machweo e A Safe Shelter.
INGREDIENTI: tra le varie declinazioni del cantautorato, sicuramente Columns è un prodotto piuttosto insolito e originale per quanto riguarda la forma. Una voce cavernosa che richiama in tutto e per tutto la new wave su tappeti di elettronica e atmosfere introspettive. Un viaggio negli anfratti più nascosti dell’anima con la sensazione che il tempo si fermi e rimanga la voce a guidare l’ascoltatore nel buio più totale. I Depeche Mode che s’incontrano con Burial, la new-wave che incontra il dubstep e le moderne tendenze soul ed RnB nella loro accezione più pura. I testi guardano all’interno ma non si riducono a narrare degli stati d’animo, mettendoli spesso in relazione con gli eventi e con tematiche anche molto crude e importanti. Originalità ed essenzialità le due parole chiave per riassumere questo lavoro.
DENSITA’ DI QUALITA’: Omake si presenta sicuramente con un lavoro rilevante e pieno di particolarità in grado di colpire gli amanti di elettronica e dintorni. Nel percorso la mancanza principale è l’orecchiabilità, considerazione negativa per chi si aspetta un coinvolgimento immediato, positiva perché il lavoro viene ad essere meditato al punto giusto e soprattutto arrangiato e prodotto in maniera egregia, qualità non sempre scontata . Non bastano dunque il genere e l’originalità a decretarne la riuscita, ma si aggiunge la presenza di produzioni molto interessanti come Korsakoff, capace di trascinare l’ascoltatore in un tunnel per oltre 6 minuti, probabilmente tra i punti più alti dell’intero lavoro e Darkside/The Fighter , brano di apertura, biglietto da visita ed emblema di ciò che seguirà. Omake gioca coi suoni in Purest Love e in Slowrunner, brani letteralmente avvolgenti, il secondo dei quali in collaborazione con Machweo. Non mancano i momenti più orientati sul versante acustico che veicolano la matrice cantautorale del progetto e li ritroviamo in Deer/The Hunter, storia di una violenza di una relazione, che vede la collaborazione di A Safe Shelter, e in Florida, retta da una chitarra su una strada polverosa, che per molti versi dà l’impressione di essere il fulcro dell’album per purezza e ispirazione, pur trattandosi di una perla acustica in un mare di entità diversa. Woman a sua volta veicola la dimensione più riflessiva, in un andamento darkwave cadenzato che sottolinea l’importanza della tematica trattata. Un esordio di impatto e ben inquadrato in tutte le sue parti, che sembra essere frutto di un gran lavoro di squadra, oltre che dell’abilità indiscussa di Omake, la cui particolarità fa decisamente centro in questa occasione.
VELOCITA’: un duro adagio.
IL TESTO: “Shoot me like a deer/make me feel alive/hunt me and my fears/turn these trees to light/an hunter has to do what it takes to go on/so keep on bite me” da ‘Deer/The hunter’
LA DICHIARAZIONE: “Il titolo Columns si spiega molto facilmente, in quanto mi sento rappresentato da alcune colonne sia dal punto di vista musicale che da quello lirico. Da una parte ci sono le colonne dei miei ascolti, che sento in me radicati e che cerco di riportare in un unico prodotto abbastanza coeso. Dall’altra rappresentano tre diversi rapporti che emergono dalle canzoni: i dialoghi con sé stessi, le relazioni con l’altra persona e quelle con il resto della società. Questi sono i tre temi fondamentali di cui volevo parlare. ” da un’intervista ad indie-zone.it