Nicolò Carnesi – Bellissima Noia
Genere: cantautorato pop
Protagonisti: L’album è stato registrato e missato a Palermo presso Indigo da Francesco Vitaliti e Fabio Rizzo e prodotto dallo stesso Nicolò Carnesi, Donato Di Trapani e Fabio Rizzo (già al lavoro con Dimartino, Pan del Diavolo, Waines). Masterizzato da Andrea “Bernie” De Bernardi presso Eleven Mastering.
Segni particolari: Bellissima noia è il terzo album di Nicolò Carnesi. Arriva a quattro anni di distanza dall’esordio Gli eroi non escono il sabato (Disastro Records/Malintenti Dischi 2012) e dopo il sophomore psichedelico del 2014 Ho una galassia nell’armadio.
Ingredienti: in Bellissima Noia si ritrovano alcune delle caratteristiche che erano già presenti nei lavori precedenti di Carnesi. I testi di Nicolò hanno un forte potere evocativo, per le immagini e le metafore che offrono più livelli di interpretazione.
Quello che non ti aspetti e che sorprende molto di Bellissima Noia sono le lunghe code strumentali (in quasi tutti i brani) e la presenza dei cori. Cori non nel senso dei ritornelli cantati anche dalla band ma nel senso proprio dei coretti à la ABBA, presenti in quasi tutti i brani. A questo proposito, la fascinazione di Nicolò per la musica pop anni ’70-‘80 era nota (qui un video in cui canta Figli delle stelle di Alan Sorrenti insieme a Dente) ma probabilmente non era stata finora un’influenza così tanto evidente della sua produzione. I temi, che reggono il filo logico di tutto l’album sono la solitudine, il viaggio, le relazioni fra persone, la socialità, la comunicazione e ovviamente la noia.
Densità di qualità: Nicolò Carnesi in questo caso dà vita ad un album denso, stratificato e anche coraggioso. Stratificato sia per il lavoro che si percepisce su ogni brano – tutte le canzoni si distinguono per il loro sviluppo in profondità su più livelli e c’è un’interessante ricerca sull’accostamento di suoni molto diversi fra loro – sia come album nel suo insieme, che infatti contiene generi diversi ma senza mai abbandonare lo stile riconoscibile di Nicolò. La title-track Bellissima noia e Comunichiamo male sono due buoni brani pop, Lo spazio vuoto (qui il video girato da Stefano Poletti) e Cambiamento sono più vicini all’alt-rock del precedente album Ho una galassia nell’armadio, Il lato migliore è una ballata eterea un po’ dream-pop con un testo particolarmente riuscito e emozionante.
Bellissima noia è un album coraggioso per le scelte inusuali che lo caratterizzano: sicuramente una particolarità sono gli ingredienti descritti sopra, quindi le code strumentali, la presenza di cori, la lunghezza dei brani. In questo senso è emblematico il finale di Fotografia (in cui appare un sax, presente anche in Cambiamento e Ricalcolo, il pezzo più tirato dell’album). Un discorso a parte lo merita il brano M.I.A. ovvero la canzone conclusiva dell’album: un pezzo pop sperimentale, un esperimento riuscito di contaminazione che sfrutta la melodia per approdare in un territorio incerto ma comunque credibile. M.I.A. è il pezzo più coraggioso di Bellissima noia e forse di tutta la discografia di Carnesi, che si dimostra autore consapevole e abbastanza sicuro di sé per sperimentare e sperimentarsi.
Nicolò dimostra ancora una volta come il suo grande talento sia la scrittura. C’è quel modo di raccontare le cose un po’ surreale un po’ ironico tipico di Carnesi, che non viene mai esasperato fino all’assurdo. Ne è un esempio l’incipit de Lo scherzo infinito: Un giorno qualunque / trovai un pezzo di me / si faceva un bicchiere / aveva gli occhi di un diavolo. Questa modalità narrativa crea delle piccole frizioni fra astratto e concreto, una dialettica tenuta in equilibrio dall’ottimo songwriting: il continuo riferimento al contingente permette ai testi di rimanere comprensibili e di non far perdere l’ascoltatore fra i sillogismi del cantautore palermitano. Tutto l’album si tiene su questa dimensione di realtà abbozzata, dai confini confusi, come quello fra essere svegli e sognare nel dormiveglia. Il rischio che Nicolò si prende costantemente è di sembrare cervellotico, ma quando riesce ad essere diretto il risultato è fantastico, come nella già citata Il lato migliore: Ma tu tagliami in due / porta un lato di me con te / tagliami in due / perché è così che mi sento / e sarei più contento / se il lato migliore / lo tenessi tu.
Velocità: un disco scorrevole, che alterna alt-rock, dream-pop, accellerazioni e cavalcate oniriche
Il testo: Ho cercato le risposte / ho trovato altre domande / non ho ancora la patente del vivere serenamente / ho scalato le montagne del mio ego gigantesco / ho scoperto che da lì / da lì non si vede niente da Il lato migliore
La dichiarazione: “Però l’accezione di solitudine non è sempre del tutto negativa, molto spesso mi trovo bene a stare da solo. Anzi, è una condizione che a volte ricerco, ne ho bisogno. Ho razionalizzato questa solitudine in noia, in maniera però anche ironica, e quindi ho coniato questo neologismo, bellissima noia, che tra l’altro è un’espressione che non esiste, non ho mai visto accostate queste parole. Ho cercato su Google, sui libri. E visto che è una condizione che talvolta cerco io stesso, ha preso questa connotazione positiva, anche perché mi ha permesso di dedicarmi molto alla musica, alla scrittura, ma anche all’approfondimento di un certo cinema e di certi libri, soprattutto quando stavo a Milano.” da un’intervista per Rockit.it