L’orso – La Provincia EP
GENERE: folk-pop.
PROTAGONISTI: (definizioni della strumentazione tratte dal comiincato stampa) Mattia Barro (testi e canzoni), Tommaso Spinelli (basso e voce alta sin dai primi giorni), Christian Tonda (chitarre liguri e tastiera, ma in contemporanea), Davide Lelli (trombe e falegnameria educata), Gaia D’Arrigo (archi e archetti), Matteo Romagnoli (pulsanti e bottoni), Alberto Bebo Guidetti (si con la testa, no con la testa).
SEGNI PARTICOLARI: secondo EP, sempre per Garrincha e sempre disponibile in download gratuito, per la band milanese (d’adozione). Segue ‘L’Adolescente‘, uscito a febbraio 2011. Altri EP sono in programma “in concomitanza con i solstizi di primavera e d’autunno 2012”.
INGREDIENTI: Beirut, grazie alla trombetta in apertura di ‘Baci Dalla Provincia’, è il primo nome che viene in mente. In realtà poi le canzoni de L’Orso si caratterizzano all’opposto di quelle del musicista americano, con arrangiamenti e un cantato certamente meno pomposi e un minimalismo da cameretta al limite del lo-fi, sebbene la strumentazione utilizzata non sia certo ai minimi termini. Rispetto all’esordio ‘L’Adolescente‘, i testi abbandonano la sequenza immaginifica brondiana per riparare in una discorsività che raccorda vagamente il citazionismo dei Cani, la giovinezza del ‘Sussidiario’ dei Baustelle e la vita-vissuta di provincia degli 883.
DENSITÀ DI QUALITÀ: il secondo EP dei L’Orso è un disco carino. Carino come si direbbe di un ragazzino timido e brufoloso che durante l’intervallo rimane perennemente appoggiato alle mura del corridoio di un liceo. E anche ‘La Provincia‘ ha le sue timidezze e i suoi brufoli, si prende pochi rischi e certamente ha qualche lacuna a livello di esecuzione e qualche ingenuità nella scrittura dei testi (“Goethe” e “gote” così vicini in una stessa strofa non si possono sentire). Ma, paradossalmente, sono difetti che nell’economia delle 5 canzoni qui presenti ne rappresentano elementi caratterizzanti, e dunque in un certo senso anche punti di forza. Fanno infatti il gioco di un misto di auto-immedesimazione e compassione per lo ‘sfortunello’ protagonista che fa entrare tutti quanti questi brani nella testa, e un po’ anche nel cuore, dell’ascoltatore più sensibile (nel senso emotivo del termine), anche grazie a delle melodie semplici quanto di facile e felice assimilazione. Tutti (o quasi, e di certo chi vi scrive) abbiamo avuto un amore non corrisposto ai 16 anni, ci siamo sentiti “uccisi” dalla provincia, abbiamo “fatto fotocopie”. Ed è proprio nelle storie raccontate, e dunque nei testi, il grande salto di qualità (rispetto al precedente EP) de L’Orso, ai quali, come il ragazzino di cui sopra, va dato il tempo di crescere, guadagnare autostima, attendere che il Topexan produca il suo effetto. Ne hanno tutto il diritto, e se lo meritano pure.
VELOCITÀ: 5 tracce in meno di 15 minuti.
IL TESTO: “Tra fare l’impiegato e la BR, che differenza fa?“, ardita comparazione da ‘Avere Ventanni’.
LA DICHIARAZIONE: da ‘Dancelikeshaquilleoneal.blogspot.com’: “Suoniamo insieme da novembre 2010 e in un modo o nell’altro tutti viviamo a Milano. Chi poi è venuto dalla provincia e chi da un’altra città. O chi invece ne è autoctono. E le città, a modo loro, sono la base delle nostre canzoni e dei nostri testi, che sono e saranno sempre in italiano.”
IL SITO: ‘Facebook.com/lorsoband‘.