L’orso – Ho messo la sveglia per la rivoluzione
GENERE: indie-pop
PROTAGONISTI: Mattia Barro (chitarra e testi da rapper), Omar Assadi (chitarra) ,Francesco Paganelli (basso, synth) , Gaia D’Arrigo (tastiere, backing vocals), Niccolò Bonazzon (batteria)
SEGNI PARTICOLARI: un cambio di formazione con tre nuovi ingressi e due uscite non può che lasciare il segno. Molte sono le differenze rispetto al passato, dimenticate le spruzzate di folk acustico, orchestrazioni e qualcosa che si avvicini a quello finora proposto dal gruppo. La produzione di Matteo Costa Romagnoli e di Enrico ‘Carota’ Roberto (Lo Stato Sociale) lascia un marchio netto che taglia quasi ogni ponte con il passato.
INGREDIENTI: partendo dal singolo, lanciato ormai prima di Natale, Giorni migliori, si sente subito che la direzione è cambiata. Semplice pop con un ritornello fin troppo orecchiabile e l’ossessiva ripetizione del riff accattivante. Musicalmente un bel pezzo, ma il pensiero che venga dalle stesse mani che hanno composto “Ottobre come settembre” lascia completamente storditi.
La leggera Post-it come la veloce Il tempo ci ripagherà aprono il lavoro , sono delle canzoni carine, non approfondiscono quello che cercano di affrontare e d’altronde il genere non lo richiede. Festa di merda inizia il nuovo corso. L’uso di Matteo del rap (di cui è appassionato) snocciola un testo che gira intorno all’eterna insoddisfazione interiore e l’insieme non si discosta molto da quello che si sente da altri rappers italiani. La successiva Io che ho capito tutto devia di nuovo verso un power pop che potrebbe piacere ai Sick Tamburo(!!!) per poi tornare in una semplice Come uno shoegazer con un innesto post-rock senza pretese. Altro rap per Quello che manca, storia disillusa in cui la musica fa solo da contorno. Ricordami chi sei mix di elettronica, pop e rap è sicuramente, con il singolo, il pezzo migliore del disco, pieno di idee e suoni, dalle mille sfaccettature. Gli ultimi due pezzi sono di fattura elettro-pop e concludono l’album: la leggerissima L’estate del primo bacio e la più veloce Baader-Meinhof (feat lo Stato sociale) che nulla aggiungono a quello detto.
DENSITÀ DI QUALITÀ: l’evoluzione di un artista è un obbligo, morale e necessario. Il coraggio di questo lavoro, musicalmente valido, è sicuramente tanto, peccato per le cadute di tono nei testi, non sempre all’altezza di quello che si sente. Sicuramente per la creatura che è, L’orso, riuscirà a tirare fuori nuove sorprese, speriamo belle, più belle.
VELOCITÀ: andamento a strappi.
IL TESTO: “Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi/ non ricordo più chi sei, sei sicura ch’io debba conoscerti/ Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi/ non ricordo più chi sei, chi sei, chi sei?” da I buoni propositi.
LA DICHIARAZIONE: “…siamo arrivati in studio con 15 / 20 canzoni e abbiamo deciso di prendere un’accetta, distruggerle e ripartire, prendendo alcune idee o cambiando ispirazione del pezzo, per vedere dove potevamo spingere questi brani in una via differente dalla solita. Sono uscite tante cose: dal rap alle cose più elettriche o elettroniche, fino al post-rock.”(nostra intervista )
IL SITO: Facebook page