JoyCut – The Very Strange Tale Of Mr. Man

GENERE: indie-rock.

PROTAGONISTI: Pasquale Pezzullo, Gaetano Caggiano, Nello Mauro, Simon Laurenzana, Nicola Mecca. Sul booklet ci sono questi 5 nomi (senza che siano specificati gli strumenti), però loro stessi ci hanno spiegato che tre di questi (gli ultimi tre) sono stati citati perchè hanno suonato con loro in passato, per cui non sappiamo se hanno suonato in questo disco e non abbiamo ricevuto ulteriori informazioni in merito.

SEGNI PARTICOLARI: la band nasce a Bologna nel 2001, e questa loro terza prova sulla lunga distanza è, secondo la stessa band, la prima con la quale sono riusciti ad “identificare il proprio nome con un suono caratteristico”.

INGREDIENTI: difficile descrivere in modo appropriato un disco nel quale l’elemento maggiormente comune tra i 10 brani è il mood scuro ed inquieto, ed ognuno degli episodi rappresenta un modo diverso per esprimere questo stato d’animo. Nel mantenere sempre una coerenza stilistica invidiabile, la proposta è molto variegata: il songwriting può essere semplice oppure articolato, il suono può essere basato sul classico triangolo rock come essere accompagnato in modo significativo dall’elettronica, il ritmo e la potenza possono essere costanti, oppure in crescendo, o ancora in saliscendi.

DENSITA’ DI QUALITA’: questo disco è splendido, oltre che per quanto detto sopra, anche e soprattutto per l’alto tasso di personalità. Certo, si sente che alla band piace quanto di più scuro ed emozionale è stato offerto dal rock inglese nel quindicennio 1978-1993, ma è altrettanto difficile trovare riferimenti precisi, e si deve riconoscere che i JoyCut hanno davvero saputo rappresentare qualcosa di proprio. Non solo perché gli inserti elettronici riescono a far sì che la band ampli i propri orizzonti rispetto al principale periodo storico di riferimento, ma anche per la qualità stessa delle composizioni, per un cantato che può migliorare la pronuncia inglese ma è molto espressivo, per la capacità di compiere sempre la scelta giusta a livello di suoni e di arrangiamenti e per come l’ordine stesso delle canzoni le leghi quasi come in un concept, aumentandone ulteriormente il valore.

VELOCITA’: continue variazioni tra una canzone e l’altra e talvolta anche all’interno dello stesso brano

IL TESTO: “Hi, do you know what? We play a kind of type of a certain sort of rock. Hi, the road to glory is: don’t mind to get out of style or slip one’s memory”, da ‘Yokono’. Parole che non sono affatto indice di arroganza ma uno specchio fedele delle capacità del gruppo.

LA DICHIARAZIONE: dalla biografia su MySpace apprendiamo che il disco si intitola così perché, al suo interno, “Il racconto del declino dell’umano dominio è centrale. 10 tracce ripercorreranno la ‘Vera Strana Storia del Signor Uomo’, unico esemplare rimasto, la cui immagine agli occhi degli altri appare come quella di un Verde Extraterrestre Grigio. Soltanto i bambini [autenticità e futuro delle nostre città] riconosceranno in lui il Valore supremo da ‘salvare’ per recuperare la naturalezza di un Tempo.”

IL SITO: Joycut.com e Myspace.com/joycut

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