Il Teatro Degli Orrori – A Sangue Freddo
GENERE: rock italiano.
PROTAGONISTI: Pierpaolo Capovilla (voce); Giulio Favero (basso); Francesco Valente (batteria); Gionata Mirai (chitarra).
SEGNI PARTICOLARI: secondo album per il gruppo formato da membri di One Dimensional Man e Super Elastic Bubble Plastic. Il nome si ispira al ‘Teatro delle Crudeltà‘ di Antonin Artaud, manifesto in cui il commediografo sosteneva il sacrifico di qualunque elemento scenico non concordante al fine della rappresentazione.
INGREDIENTI: un tentativo di evoluzione, soprattutto nella composizione delle dinamiche musicali, è evidente ma non sempre riuscito; le liriche rimarcano gli stessi temi affrontati già nel disco precedente: amore, politica e rabbia post-adolescenziale con una ricerca molto raffinata nella forma, ma poco nella sostanza.
DENSITÀ DI QUALITÀ: l’apertura è affidata a una ballata malinconica, ‘Io Ti Aspetto’, che chiarisce già dalle prime note le nuove intenzioni della band veneta. Seguono rapidamente tre pezzi di vaga matrice Touch&Go (soprattutto Jesus Lizard e Uzeda): ‘Due’, la title-track ‘A Sangue Freddo’ (dedicata al poeta nigeriano Ken Saro-Wiwa, ucciso nel 1995) e ‘Mai Dire Mai’, decisamente pretenziose nei riferimenti ai colleghi di oltreoceano. ‘Direzioni Diverse’ è il brano nato dalla collaborazione con i Bloody Beetroots: esperimento decisamente troppo azzardato e fuori luogo, che è meglio skippare per passare/ritornare al rock in cui ITDO si muovono meglio: come ‘Il Terzo Mondo’, dove le liriche di Capovilla si fanno più dirette e aggressive. E’ interessante come ne il ‘Padre Nostro’ si allunghi quasi all’infinito la lista di liberazioni a cui oggi invece siamo costretti, purtroppo però le citazioni in questo disco sono spesso usate a sostenere contenuti decisamente stereotipati, come quella di Celetano in ‘Alt’. ‘Majakovskij’ è la rilettura dell’adattamento teatrale di Carmelo Bene della poesia ‘All’Amato Me Stesso’ del poeta russo. La cupa e molto anni ’80 ‘Die Ziet’ chiude l’album, che ha il principale difetto di non trasmettere quel trasporto che l’alchimia di ‘Dell’Impero Delle Tenebre’ era riuscita a dare.
IL TESTO: “Seguono quei momenti che non vorresti vivere, seguono stati d’angoscia tali che ti chiedi perché, cos’ha in mente certa gente cos’ha in mente certa gente”, da ‘Alt‘.
LA DICHIARAZIONE: Pierpaolo Capovilla a ‘Kataweb.it’: “Noi siamo qui per fare cultura.”
IL SITO: ‘Myspace.com/ilteatrodegliorrori’; ‘Ilteatrodegliorrori.com’.