Il Fieno – I Vivi

GENERE: alt-pop, new wave

PROTAGONISTI: Gabriele Bosetti (voce), Gianluca Villa (chitarre, synth), Alessandro Viganò (basso, cori), Paolo Soffientini (batteria, cori).

SEGNI PARTICOLARI: primo disco ufficiale della band lombarda che vede la luce dopo la pubblicazione di due Ep (il primo omonimo del 2012 edito dalla Venus e I Bambini Crescono del 2013, autoprodotto) e anticipato da Del conseguimento Della Maggiore Età, singolo che include, oltre la stessa canzone, anche una versione acustica di T’Immagini Berlino.

INGREDIENTI: il primo ascolto, a onor del vero, del disco non entusiasma in maniera smisurata, saranno le atmosfere estremamente leggere o il fatto che obiettivamente non ci troviamo di fronte a qualcosa di “non già sentito”. Nonostante questo, però, approfondendo ogni brano l’opinione iniziale muta: diversi gli spunti e le vicinanze che realmente lo rendono apprezzabile. Poveri Stronzi e ‘Hiroshima, brani d’apertura nonché singoli estratti che hanno cominciato a circolare sul web non tanto tempo addietro, permettono d’inquadrare la direttiva che questi quattro ragazzi vogliono seguire: impeccabile struttura della forma-canzone, discreti i testi e peculiari i suoni stando a quello che evocano. Un tratto estremamente interessante del disco è senza dubbio Oslo: bassi cadenzati che convivono con la melodia delle chitarre in pieno stile new-wave e quel ritornello che ti resta in testa sono i punti di maggiore forza. Anche in Maelstrom e nondimeno in Del Conseguimento Della Maggiore Età ci si orienta verso meandri decisamente cauti, forse leggermente di più in questi casi; si tratta di brani in cui il concetto di pop è reso nel massimo del proprio significato.

DENSITA’ DI QUALITA’: quella de Il Fieno è una realtà musicale che si ha avuto modo di approfondire in più casi considerando il numero di band che quotidianamente si addentrano nel famigerato tunnel della musica indie con l’intento, ovviamente, di farsi notare. Alcune di esse hanno esattamente quelle carte in regola per emergere e le sfoggiano dal principio della propria carriera, estrapolano a destra e a manca un po’ tutto quello che permette di dar loro un’identità musicale vera e propria. Questi quattro ragazzi provenienti da Milano e Varese sono stati in grado di porre all’interno del loro primo disco gli elementi distintivi di taluni punti di riferimento dell’ambiente alternativo italiano, tra cui i Ministri (l’allusione è evidente se pur non fondamentale in Maelstrom), i Verdena (nella ballata Il Ragazzo Che Cadde Sulla Terra che evocano vagamente gli esordi degli stessi), o ancora i Cosmetic (qui si va anche al di la dell’allusione, qui si tratta di una somiglianza specifica in Oslo). Tutto questo è davvero molto bello.

VELOCITA’: 8 brani per un totale di 27 minuti.

IL TESTO: “Mi manca il sangue sopra le ginocchia, i baci dati come i pugni presi, piangiamo per sistemare le cose ma l’acqua non ha mai incollato niente. Con un futuro sempre meno nostro ed un passato sempre meno a fuoco, io come un fiume corro alla mia foce e mi ritrovo come gli altri”, da Poveri Stronzi.

LA DICHIARAZIONE: “Questo disco parla di noi come specchio di ciò che ci circonda, e viceversa; non c’è nessun tentativo di risultare generazionali, solo la volontà di dire qualcosa di importante per noi, sperando che lo sia anche per chi ci ascolta. C’è un sacco di vita e di persone che hanno fatto parte della nostra esistenza in queste canzoni e in questi testi, eppure in fondo l’empatia non sfocia mai in sentimentalismo: è un disco di sentimenti che implodono più che esplodere, e volevamo che il titolo rispecchiasse tutto questo”, da un’intervista rilasciata a Radio Tweet Italia.

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