Guignol – Addio Cane!

GENERE: blues-rock.

PROTAGONISTI: Pierfrancesco Adduce: voce, chitarre; Alberto De Marinis: chitarre; Giulio Sagone: basso; Stefano Caldonazzo: batteria. Ospiti Francesco Campanozzi (Le Gros Ballon) e (Paolo Perego (Amor Fou).

SEGNI PARTICOLARI: quarto album per la band milanese.

INGREDIENTI: questo disco può essere visto come una sorta di compromesso fra i tre precedenti rivisitato alla luce di una componente blues che non è mai stata così preponderante. C’è, quindi, un ritorno alle atmosfere notturne dei primi due album ma non vengono lasciate da parte l’immediatezza e la scorrevolezza acquisite con il terzo LP. Per quanto riguarda le melodie, c’è proprio una perfetta via di mezzo tra quelle piuttosto chiuse dei primi due album e quelle, invece, decisamente più aperte del terzo. Nei testi rimane intatta la tendenza a partire da situazioni concrete per sviluppare riflessioni a più ampio raggio. ‘Blues Del Buco‘ è uno spaccato sulle dinamiche legate ai momenti di puro sesso senza amore, ‘In Nessun Luogo‘ riguarda lo sconcerto di quando una situazione favorevole crolla come un castello di carta e la rabbia che ne consegue e che ci fa apprezzare la vendetta più dei momenti in cui ci sembrava di stare bene; ‘Padri Contro Madri‘ mostra come una miope volontà di imporre le proprie idee possa portare a scontri che creano molti più danni di quelli che ci sarebbero permettendo invece lo svolgersi del corso naturale delle cose; la title track riprende il classico tema del rapporto tra un uomo e il proprio cane ponendo la domanda implicita di chi è l’uomo e chi l’animale. In altri brani la trattazione assume il carattere dell’invettiva lanciata con classe e fermezza.

DENSITA’ DI QUALITA’: il primo punto di forza che va sottolineato è la capacità di fondere sapientemente aspetti teoricamente antitetici, ovvero un’ampia facilità d’ascolto con le citate atmosfere notturne e le melodie non facilmente assimilabili al primo ascolto con il disagio e l’inquietudine dei testi. Da qui consegue il pregio più facilmente apprezzabile in sede di ascolto, ovvero la capacità di ogni singolo brani di essere particolarmente immaginifico e di circondare quasi fisicamente l’ascoltatore con le proprie storie e le particolari prospettive da cui si oservano le cose. Infatti, tutto ciò che viene evocato dalle canzoni, nel senso specificato sopra, non emerge solo grazie ai testi, comunque particolarmente arguti, efficaci e poco convenzionali, ma anche grazie al modo in cui la parte musicale dona loro ulteriore concretezza e fisicità . Difficile trovare un simile bilanciamento tra alto profilo e immediata fruibilità , tra un modo di costruire i brani così colto e ambizioso e la piena espressione del fascino popolare del blues e del rock. Senz’altro i Guignol non sono i primi ad aver conciliato con costrutto la musica “alta” con quella “bassa”, ma la via tramite la quale lo fanno è tutta loro ed è anche particolarmente appagante.

VELOCITA’: variabile ma mai eccessivamente tirata..

IL TESTO:Vuoi la parte o l’intero? Saprei già cosa darti, ogni volta che serve, ogni volta che vale, vendesi, comprasi vacue illusioni, promesse e lusinghe/ e in omaggio l’oblio“ da ‘In Omaggio Il Tuo Dio‘.

LA DICHIARAZIONE: dal sito ufficiale veniamo a sapere che il disco “è anche una sorta di commiato, la fine di un ciclo, attraverso alcune memorie personali, storiche e di gioventù, di fronte a un fragile presente e a una miope o strabica visione futura“.

IL SITO:Guignol.it‘.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *