Go!Zilla – Modern Jungle’s Prisoners

Anno: 2018

Etichetta: Teenage Menopause Records

Protagonisti: Luca Landi (voce, chitarra), membro fondatore della band, è accompagnato in questo viaggio da Mattia Biagiotti (chitarra, voce), Fabio Ricciolo (batteria), Niccolò Odori (synth, percussioni) e Federico Sereni (basso).

Ingredienti: arrivati al terzo album, i Go!Zilla dimostrano come il loro progetto sia in continua evoluzione. Non è solo l’aggiunta di due nuovi componenti, Niccolò ai synth e Federico al basso, ma lo sviluppo e la progressione si espandono anche altrove.

Certamente il garage-rock e lo psych-rock, che avevamo trovato anche nel precedente LP, Sinking In Your Sea (2015), sono presenti e fanno parte della struttura di questo nuovo lavoro, ma questa volta entra di “prepotenza” a far parte dei giochi anche l’Africa: certe percussioni dal sapore che vorremmo definire quasi tribale vengono qui aggiunte e danno una spinta notevole a più di un brano tra quelli presenti su Modern Jungle’s Prisoners.

Densità di qualità: siamo tutti prigionieri di questa moderna giungla urbana? E’ probabile. E’ questa la domanda che Luca Landi si deve essere posto, mentre scriveva il nuovo disco della sua band, uscito a fine settembre per la francese Teenage Menopause.

Ancor prima di ascoltare una singola nota, già dalla copertina – la foto di un murales di NYC, scattata dal noto Thomas Hoepker – possiamo capire che questa sensazione pervaderà il disco e nei successivi trentuno minuti ne avremo la conferma.

La “giungla sonora” la possiamo ascoltare, per esempio, in Evil Is Satisfying, dove, insieme alla già conosciuta acidità e a un ritmo sostenuto, troviamo percussioni che ci danno l’impressione appunto di qualcosa di tribale, grazie anche a quelle urla che appaiono in parecchie occasioni e che sembrano prese da un qualche delirante brano dei primi Prodigy.

Hailing It’s Hailing, invece, è più delicata, quantomeno per quello che riguarda i vocals (belli anche gli armoniosi cori), ma non manca di potenza a livello strumentale, mentre l’energia di Demons Are Closer ci sorprende in più di un’occasione, dopo che inizialmente una strana sensazione cinematica ci aveva pervaso le orecchie.

E se c’è un brano che, all’interno di Modern Jungle’s Prisoners, interpreta perfettamente – quantomeno a nostro modo di vedere – il concetto di giungla, quello è Falling Down Ground: acido, strano e dai vocals piuttosto cupi, disegna bene la follia moderna che, nostro malgrado, siamo costretti a vivere ogni giorno. L’aggiunta del sax, cortesia di un certo Enrico Gabrielli, un musicista che non ha certo bisogno di presentazioni, è “solo” la ciliegina sulla torta e aggiunge un ulteriore prezioso ricamo a questo pezzo.

Rimaniamo decisamente soddisfatti da questa mezz’ora di musica, che sa trasportarci su territori lontani, eppure così vicini e che ci sa far viaggiare senza neppure muoversi (se vogliamo citare Jamiroquai): i Go!Zilla continuano nel loro percorso e ancora una volta sanno procedere in nuove direzioni, senza però snaturarsi. Non perdetevi i loro live-show, se ne avete l’occasione, perché Landi e compagni sul palco danno sempre l’anima e crediamo che proprio in quella dimensione si possano apprezzare ancora meglio.

i Go!Zilla continuano nel loro percorso e ancora una volta sanno procedere in nuove direzioni, senza però snaturarsi
  • 8.1/10
    Voto - 8.1/10
8.1/10

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