Fast Animals and Slow Kids – Forse non è la felicità
Genere: rock
Protagonisti: i FASK sono Aimone Romizi, Jacopo Gigliotti, Alessio Mingoli, Alessandro Guercini e vengono da Perugia. E non mancano mai di ricordarcelo e di ricordarselo.
Segni particolari: Forse non è la felicità è il quarto disco dei FASK, il terzo che esce con Woodworm. Un disco piombato nelle nostre cuffie all’improvviso e senza troppi proclami, a tre anni dall’uscita di Alaska che aveva rappresentato il deciso passaggio della band verso la maturità.
Ingredienti: siamo di fronte ad una vera e propria prova di coraggio. I FASK mettono sul piatto un maremoto di ispirazioni e influenze, lasciando che sia il cuore ad incidere il disco e fregandosene delle inevitabili aspettative createsi attorno a loro. Nessuno “schema” visto finora viene rispettato, allontanandosi ancora di più dal quel mix asciutto di rabbia e intraprendenza che ce li aveva portati ad emergere con Cavalli prima e Hybris poi. Volendo necessariamente (ma perché poi?) trovare un filo logico, Forse non è la felicità completa l’opera che “Alaska” aveva iniziato. Un disco coraggioso appunto, in cui è facile ritrovare sonorità che strizzano l’occhiolino agli anni 90, associate alla completezza di certi lavori contemporanei che ci arrivano dagli USA. I suoni scarni e schietti dei primi tempi hanno lasciato spazio a trame più fitte, dense e complete. E poi ci sono i testi, dove resta intatta l’innata capacità di raccontare le sensazioni che solo il vivere quotidiano può offrirti. Ed Aimone passa e ripassa a graffiarci sopra a colpi di raucedine ed emotività.
Densità di qualità: niente inerzia, niente soluzioni semplici, niente compiacimento altrui. Sembrano queste le regole di questo disco che presenta di fatto la terza rivoluzione consecutiva firmata FASK. Nessuna voglia o intenzione di sedersi sugli allori di un passato in crescendo a cui risultava veramente difficile prevedere un futuro simile. Sì, perché proprio mentre si era pronti ad un’altra raffica di bpm da pogo arrogante, ci si trova davanti a diversi pezzi meno rapidi ma con esplosioni repentine ed un carico di suoni in cui affogare con piacere (Asteroide, La tenera età, 11 giugno). Poi però si accelera e lo si fa davvero con almeno un paio di episodi che rispolverano il punk nudo e crudo (Giorni di gloria, Capire un errore). Nello scorrere delle tracce emerge evidente la voglia dei FASK di farci cantare dopo averci fatto ballare per diversi anni, con ampi spazi corali che si trasformeranno facilmente in violentissimi sing along. Episodi che si susseguono e che sottolineano la capacità della band di ricreare nella testa di ascolta momenti vissuti e rivissuti (e non sempre col sorriso sulle labbra). Un disco in cui è difficile trovare stabilità e non è assolutamente detto che sia un male. Conviene prendersi il tempo di digerire un pezzo alla volta, sapendo che ogni volta si riparte da zero e ci sono sensazioni nuove da assaggiare. Fino a Forse non è la felicità, il pezzo da cui il disco prende il nome ed il migliore del disco. 5 minuti scarsi di weezeriana memoria in cui i FASK ci ricordano per quali motivi non abbiamo mai smesso di volerli ascoltare dal 2010 ad oggi: freschezza, onestà, gioiosa rabbia. Purezza.
Velocità: meno di quella che ci si potrebbe attendere.
Il testo: “Il quotidiano uccide / Se hai altro a cui pensare / Se quello a cui tu pensi / È solo per scappare” da Asteroide
La dichiarazione: In questi mesi di saletta, sudore, scazzi, creatività, impegno e leggerezza, in questi mesi in cui siamo tornati ad essere solamente quattro amici che fanno musica insieme, abbiamo forse veramente capito, per la prima volta, che la felicità per i Fast Animals and Slow Kids non è fare i concerti nei palazzetti, non è azzeccare il singolo giusto e passare nelle radio, non è avere un milione di visualizzazioni su Youtube; ciò che realmente ci rende felici è vederci alle otto di sera a casa di Aimone, ridere per un po’, scendere nella nostra sala prove, sperando che non si sia allagata di nuovo, ed infine suonare fino a quando il vicinato ce lo permette.