Edda e Marok – Noio; Volevam Suonar

Anno: 2020
Genere: rock cantautorale d’avanguardia
Etichetta: Contempo Records

Protagonisti: i personaggi in questione non hanno certo bisogno d presentazioni: da un lato c’è Stefano Rampoldi, per molti noto come Edda, storica voce dei Ritmo Tribale ma dal 2009 al comando di una carriera solista invidiabile; dall’altro c’è Gianni Maroccolo (che qui appare come Marok), co-fondatore e bassista storico di band a loro volta storiche: Litfiba, CSI, PGR, nonché collaboratore di altrettanti punti saldi della musica nostrana degli anni Ottanta/Novanta/Duemila come Cccp, Marlene Kuntz e Deproducers.

Ingredienti: è immediata l’impressione della validità del disco, già dai primi brani. Bisogna ammettere che il groove danzante del brano d’apertura, Maranza, stranisce un po’ (solo per assenza di abitudine, chi conosce le rispettive carriere dei due musicisti sa per certo che nei loro brani si è sempre privilegiato il rapporto con gli strumenti nudo e crudo, più che con le “macchine”. Ma è il senso vero e proprio di ciò che si suona, si vuole evocare un qualcosa di truzzo e coatto; una maranza, per l’appunto) ma è difficile esimersi dal godere della piacevolezza di quanto si ascolta, specialmente quando viene fuori che l’intento è sottolineare l’odio per i Negramaro che, a detta degli stessi, “tanto non li ascolteranno mai”! Il brano è un collage dei momenti in cui Edda e Marok comunicano (con gli unici modi concessi durante la fase di quarantena, periodo in cui il disco è stato ideato, registrato e missato) idee e impressioni sul lavoro che stanno per svolgere, da cui di tanto in tanto compare la notoria verve scherzosa di Edda a rendere tutto ancora più piacevole. Si procede con Servi dei servi, brano che ha cominciato a circolare sul web non molto tempo fa assieme al videoclip girato da Michele Bernardi; per quanto rappresenti un omaggio allo scrittore e conoscitore della scena underground milanese, nonché fondatore del centro sociale Virus di Milano, Marco Philopat, tra i versi viene fuori lo sgomento dato dal periodo di cui siamo reduci che ha decisamente destabilizzato una condizione di vita già di per sé tutt’altro che stabile (“Tempo ce n’è, potere ne abbiamo, tutti d’accordo e mo che cazzo facciamo?”, canta Edda). Esce il sangue dalla neve, invece, è una vecchia composizione di Edda mai inserita in nessun album, composta a quattro mani assieme all’amico poeta e cantante Alessandro Grazian e a cui Maroccolo e Flavio Ferri dei Delta V hanno dato un’altra struttura per inserirlo in Noio; Volevam Suonar. A fare capolino nella tracklist, inoltre, una dichiarazione di stima all’estroso cantante romano Achille Lauro nell’omonimo brano, una cover di Don Backy, Sognando, e una di Claudio Rocchi, Castelli di sabbia.

Densità di qualità: questa chicca firmata Edda-Marok, come già detto, è figlia dei mesi di lockdown. nasce dalla voglia di dar vita a qualcosa che potesse rappresentare un supporto e una distrazione nell’incredulità data dall’emergenza del Covid-19 (distribuendolo gratuitamente ma con prenotazione all’indirizzo e-mail della Contempo Records entro l’ormai passato 15 di giugno e sostenendo le sole spese di spedizione. La distribuzione sugli store digitali invece è prevista a partire dal 30 di questo mese). È un disco nato unicamente dalla voglia di produrre musica, senza necessità particolari: nessuno studio di registrazione, nessuna apparecchiatura raffinata, un solo iPad per registrare la voce di Edda e le mura dei rispettivi appartamenti a fare da sfondo. Per quanto possa apparire semplice e lineare al primo ascolto, Noio; Volevam Suonar è un vero gioiellino, in barba a chi ha valutato questa collaborazione con diffidenza e superficialità. È esattamente questo il punto: è stato fatto un lavoro a distanza, senza quindi nessuna possibilità di confronto diretto, se non avvalendosi delle videochiamate, e ciononostante quello che ne è venuto fuori è lavoretto ben fatto, dove niente viene lasciato al caso e tutto appare nel posto giusto. Un disco ascoltabile, piacevole, che sottolinea la gioia del fare musica insieme nonostante le condizioni avverse e che consolida la grandiosità di due dei maggiori esponenti della musica nostrana degli ultimi trent’anni.



7.5
  • 7.5/10
    Voto - 7.5/10
7.5/10

Giudizio riassuntivo

Un disco ascoltabile, piacevole, che sottolinea la gioia del fare musica insieme nonostante le condizioni avverse

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