Dente – L’Amore Non E’ Bello

GENERE: cantautorato.

PROTAGONISTI: Giuseppe Peveri, in arte Dente, originario di Fidenza (voce, chitarre, percussioni, pianoforte). Con lui suonano Andrea Cipelli (pianoforte, krumar, basso) e Gianluca Gambini (batteria). Inoltre nella realizzazione del disco hanno collaborato Enrico Gabrielli degli Afterhours, Vasco Brondi (aka Le Luci della Centrale Elettrica), gli Annie Hall e Gianluca De Rubertis de Il Genio.

SEGNI PARTICOLARI: ‘L’Amore Non è Bello‘ è il terzo disco di Dente, nonostante se ne parli spesso, al limite del sempre, come se fosse il primo. L’esordio è datato 2006 (‘L’Anice In Bocca‘) mentre l’anno dopo arriva ‘Non C’è Due Senza Te‘.

INGREDIENTI: chitarra, violini, qualche fiato. E’ la canzone italiana: formalmente l’originalità non è richiesta in questo ambito, e forse nemmeno consigliata.

DENSITA’ DI QUALITA’: partiamo da un paragon-parallelo: Dente e Le Luci Della Centrale Elettrica: due cantautori diversissimi, a volte opposti, due modi diversi di raccontare l’amore e la contemporaneità italiana, e i due migliori dischi di cantautorato italiano degli ultimi due anni. Questo è il punto di partenza di un’indagine che non verrà qui fatta, ma solo abbozzata, per lasciare chiunque libero di proseguire e arrivare alle proprie conclusioni, compreso il fatto di dare del cretino al sottoscritto. A livello di band, di complessi per dirla come una volta, l’Italia è sempre stata generosa negli ultimi anni, toccando livelli spesso più che discreti. Ma il solista che imbraccia una chitarra, quando ha davvero sfondato la nicchia per rivelarsi al pubblico se non grande, quantomeno medio, ottenendo riconoscimenti anche dalla critica non specializzata? Molto raramente. E ancor più di Vasco Brondi, Dente sta facendo grandi passi per fare arrivare nelle classifiche più generali e generalizzanti la nuove canzone d’autore. Questo è il passo importante: riportare la chanson alle masse contemporanee, senza più ‘celentani’ e ‘zeri’ e ‘guccinii’ a cui aggrapparsi sospirando “quelli sì che erano tempi”. ‘L’Amore Non è Bello‘ è uno specchio rotto, che riflette la stesa immagine – l’amore – in tredici modi differenti. Che l’amore davvero non sia bello, lo sappiamo, non è vero. Dente dimostra che si può cantare e parlare di amore lontano dalla visione pop-ulistica italica del suddetto tema. Torniamo al parallelo con Le Luci Della Centrale Elettrica. Siamo davanti a due maniere opposte di scrivere, il simbolismo e la giustapposizione di immagini e il racconto intimista da un lato, storie e quadri e parole che si adattano immediatamente alla mente e al cuore di quasi chiunque, dall’altra. Non che con questo si voglia dire che Dente scriva testi banali. Tutt’altro. La meravigliosa grandezza di questo disco è l’aver evitato la banalità senza nascondersi nell’ombra di un istrionismo verbale forzato. Se per Brondi si è tanto parlato di influenza di Rino Gaetano, qui è evidente l’influenza di Battisti e Mogol, sia per quanto riguarda gli arrangiamenti e specialmente il timbro vocale, sia per il modo di scrittura. Nel disco si trovano amori passati e amori sbocciati, case vuote e case piene di bambini, notti d’amore in questura e notti d’amore dimenticate. Il cantautore di Fidenza unisce l’intimità di una confessione all’ironia, fa scontrare l’amor gentile con le disavventure della vita italiana del ventunesimo secolo, la felicità e la delusione che dicono entrambe che l’amore, in fondo, è sempre bello.

VELOCITA’: andamento lento, a tratti malinconico, sempre piacevole e soprattutto godibile.

IL TESTO: “Non le sembra un controsenso scrivere un verbale? / Questa non la capiranno mai” da ‘Quel Mazzolino‘, e “Faccio la cazzata più grande che ci sia / Mi fido di te“, da ‘La Più Grande Che Ci Sia‘.

LA DICHIARAZIONE: “Io vivo a modo mio, non ci penso. Non è nulla di costruito, non mi costringo su qualche via predefinita. Oggi scrivo così ma non so se avrò questo modo ancora in futuro. Non sono uno scrittore. Non faccio esercizi e non saprei scrivere un libro, ad esempio. Scrivo quando me lo sento, in modo abbastanza casuale. Non ho neanche mai pensato al modo in cui lo faccio, me lo hanno detto gli altri che è particolare: io non lo sapevo neanche. Faccio semplicemente ciò che mi viene da fare.

IL SITO: ‘Myspace.com/amodente’.

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