Buñuel – A resting place for strangers

Genere: Hardcore? Noise rock? Stabilire un genere sarebbe riduttivo.

Protagonisti: Xabier Iriondo degli Afterhours alla chitarra, Pierpaolo Capovilla e Franz Valente de Il teatro degli Orrori (rispettivamente: basso e batteria), Eugene S. Robinson degli Oxbow alla voce.

Segni particolari: Disco d’esordio dei Buñuel. Realizzato il soli tre giorni, la parte strumentale è stata registrata negli studi La Sauna di Varese, mentre quella vocale da Robinson presso gli studi Monte Vallier, di San Francisco. Missaggio e mastering sono stati curati da Giulio Ragno Favero (già One dimensional man, Teatro degli orrori, Zu, e produttore artistico di moltissimi artisti della scena indipendente italiana). Il nome del progetto è un omaggio al registra messicano.

Ingredienti: Il calibro dei protagonisti impone una premessa obbligatoria. Signori, qui abbiamo a che fare con quattro artisti che possono vantare una carriera ed un’esperienza musicale non da tutti. Ognuno di loro ha un suo percorso artistico, sue caratteristiche, inclinazioni e punti di forza che all’interno di questo supergruppo non solo sono valorizzate, ma vengono quasi estremizzate. La particolarissima voce di Robinson, l’eccezionale chitarra di Iriondo assieme alla batteria furiosa di Valente ed al sostenuto basso di Capovilla creano un rock sui generis, inedito, originale, mai sentito prima d’ora. Sembra quasi un incrocio tra i primi One Dimensional Man e gli Oxbow, ma siamo ben oltre. Cold or hot apre il disco con un’inquietante cantilena che trascina immediatamente l’ascoltatore in un luogo cupo e stretto, in cui si avverte un senso di claustrofobia soffocante. Giochi di distorsioni, batteria martellante, serratissimo basso, in This is love, esasperatamente gridata da Robinson, in tre minuti furiosi. Traccia dopo traccia, la temperatura si fa alta, irrespirabile e non può essere diversamente, considerata l’atmosfera infernale che permea tutto l’album. Jesus with the cock e Me + I ricordano il rock stoner dei Queens of the stone age, ma solo vagamente. Smiling faces of my children è una lenta marcia apocalittica, insistente e penetrante. Come un sofisticato lanciafiamme che incendia con le sue vampate di fuoco, A resting place for strangers è un album dotato di una potenza devastante e sconvolgente. Viscerale e impulsivo. Estremo. Da ascoltare obbligatoriamente a volume alto, anzi altissimo.

Densità di qualità: Un luogo di riposo per stranieri? Il titolo dell’album è ironico, quasi paradossale. Nessuna pace, nessuna quiete: A resting place for strangers è un’esplosione sonora, a tratti quasi rumorosa. Nove tracce che terranno l’ascoltatore con gli occhi sbarrati dall’inizio alla fine. Un prodotto altamente infiammabile, da maneggiare con cura. Spesso, progetti di questo tipo vengono visti con sospetto dal pubblico e dalla critica musicale, e si pensa che la nascita di simili collaborazioni sia finalizzata al perseguimento di obiettivi commerciali o pubblicitari. Ebbene, non è assolutamente questo il caso. I Buñuel non si pongono limiti, sfidando ogni barriera del suono/rumore, esplorando territori sonori finora sconosciuti. E’ evidente, quindi, l’esclusivo desiderio di esprimersi liberamente, senza preoccuparsi del business. Musica estrema, senza compromessi, solo per orecchie coraggiose. Non si ascoltava un disco così interessante da tempo. Ci auguriamo che a questo primo episodio incendiario ne seguano altri.

Velocità: trenta minuti di pura follia e piacevole violenza sonora.

Il testo: “Yes, this is nice when you are talking to me and listening to my words…stories about me and i, yes i’m your enemy” (da Me+ I).

La dichiarazione: “credo che Buñuel rappresentino, in una qualche misura, la continuazione di quell’avventura che fu One Dimesional Man. Naturalmente non è la stessa cosa, ma il massimalismo che esprime Buñuel credo avvicini, e di molto, il suo suono a quello di ODM. Ascoltare per credere!” (Pierpaolo Capovilla, sulla sua pagina Facebook).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *