Avarello – Mentre ballo mi annoio
ANNO: 2021.
GENERE: Pop, canzone d’autore, alternative folk.
ETICHETTA: Revubs Dischi.
PROTAGONISTI: ovviamente, come nella miglior tradizione d’autore che si rispetti, il protagonista principale dell’opera di Avarello è il cantautore stesso, che attraverso una via crucis organizzata in sette tappe racconta un personale processo di espiazione catartica. Allo stesso modo, in “Mentre ballo mi annoio”, la vastità profonda dei temi toccati dalla penna siciliana porta il destinatario ad allargarsi ad un pubblico quasi generazionale, che abbraccia chiunque oggi non abbia ancora smesso di credere alla potenza in atto delle domande, contro la risoluta semplificazione di risposte semplici, utili solo a circoscrivere il dubbio. Insomma, “Mentre ballo mi annoio” è un disco di Avarello, certo, ma che ha la capacità e l’ambizione di parlare, se non a tutti, a tanti.
INGREDIENTI: sin dall’incipit del disco, non può non saltare all’orecchio il riferimento preciso ad una serie di riferimenti che spaziano, nel segmento temporale di circa una cinquantina d’anni, da De André a Dente, da Guccini a Brunori. Insomma, il debole di Avarello per il cantautorato trova espressione nell’estetica di un disco che si fa melpot di esperienze autorali differenti, filtrate attraverso lo sguardo alla contemporaneità di una scrittura giovane, sì, ma pregna di tradizione e competenza. Occhio a non sottovalutare, però, l’apporto specifico dell’influenza brit-folk, che a tratti si fa sentire sopratutto nell’utilizzo delle voci.
DENSITA’ DI QUALITA’: “Mentre ballo mi annoio” è un processo di catarsi in musica, che in sette brani racconta uno spaccato di vita che investe gli ultimi tre anni di vita del cantautore, da quello che racconta Avarello. Il fulcro del disco è la ricerca introspettiva di punti di stabilità che sfuggono costantemente, e che trova in “Le cento cose”, “Sfumare” e “Preferirei rallentare” le massime espressioni di tale indagine; la sensazione è che Avarello abbia compreso che, come direbbe Calvino, l’inferno sia quello che viviamo ogni giorno, oggi più che mai: individuare e dare spazio a ciò che inferno non è resta la missione disperata e romantica di chiunque non abbia smesso di credere ad un’alternativa. Le piccole cose, forse, rimangono le più grandi certezze che abbiamo.
VOTO: 8 e mezzo.